ROMA. “Bisogna puntare su una medicina basata sull’evidenza e su un impegno di ricerca serio, che rifiuti l’illusione di creare la guarigione e il miracolo”. A dirlo è Pietro Barbieri, presidente della Fish (Federazione italiana superamento handicap) in occasione del convegno “Dalla qualità della ricerca alla qualità della vita”, organizzata dalla Faip per la Giornata nazionale della persone con lesione al midollo spinale. Barbieri sottolinea l’importanza di un approccio che miri a fornire indirizzi chiari dal punto di vista della ricerca, facendo in modo che “non ci si inventi nulla” e che anzi, dalla diagnosi fino alla possibilità di una terapia, tutto discenda da una “medicina basata sull’evidenza”. Approccio scientifico e validato, dunque, così come si è recentemente fatto, ad esempio, con l’autismo, su cui l’Istituto superiore di sanità ha pubblicato una Linea Guida che le associazioni delle persone con disabilità hanno apertamente appoggiato, anche contro le polemiche sollevate sul tema. E’ quanto mai auspicabile, per Barbieri, che questo modo di procedere venga attuato “per tutte le disabilità”: maggiore certezza, più chiarezza, meno illusioni.
Il presidente della Fish mette in evidenza anche un secondo tema: “Ancora oggi – dice – viviamo troppo di sanità e troppo poco di politiche sociali, di lavoro, di inserimento sociale: occorre puntare su una tutela della salute che restituisca la persona al suo contesto”. Non dunque una “riabilitazione vita natural durante”, ma una tutela della salute che “restituisca però la persone al suo contesto, con tutto ciò che questo significa, ad iniziare da un maggior impegno sulle politiche sociali e su tutto ciò che è altro rispetto alla sanità”. Per Barbieri “il grande luogo di assistenza e presa in carico è tuttora l’ambito sanitario” ma manca tutto il resto, e la scarsità di fondi, come pure la mancanza dei livelli essenziali, sono aspetti evidenti di questa assenza di attenzione che “nasconde la reiterazione del percorso riabilitativo sine die”. “Per questo approccio – spiega Barbieri – si è sempre malati, mentre l’approccio della Convenzione Onu è opposto, non si è malati ma si è persone”.
Fonte: Redattore Sociale