Conferenza nazionale dei quadri dirigenti dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili a Roma. "Riforma dell’accertamento dell’invalidità, potenziamento ruolo famiglie e governance dell’Inps necessitano immediato intervento legislativo"
ROMA – Riforma del sistema di accertamento dell’invalidità civile, definizione dei livelli essenziali dei servizi, potenziamento del ruolo delle famiglie e riforma della governance dell’Inps. Sono queste alcune delle questioni che secondo l’Associazione nazionale mutilati e invalici civili (Anmic) necessitano un "immediato intervento legislativo". Questioni urgenti emerse durante i lavori della Conferenza nazionale dei quadri dirigenti Anmic, in corso a Roma. Un appuntamento voluto dall’associazione per confrontarsi sui temi dell’invalidità civile anche alla luce della riforma del Terzo settore, prossima alla presentazione da parte del governo. "Vogliamo sviluppare un nuovo welfare – ha spiegato Rino Pagano, segretario generale Anmic – e capire come fare rete con gli altri soggetti che fanno parte di questa nostra grande galassia. Ci aspettiamo che il governo, con la celerità con cui ha avviato tutta una serie di riforme, ci dia anche la possibilità di un confronto più pacato e più sereno per sviluppare meglio le nostre proposte".
Per l’Anmic, quelli passati sono stati "anni bui" nei quali l’Italia "che ha fatto della tutela della persona e della solidarietà umana il cardine della propria democrazia, è stato contaminato dalla cultura della demonizzazione della disabilità che ha pervaso i singoli, le istituzioni, la politica, i media e perfino la magistratura. Tutti tesi a guardare il disabile solo come un possibile "falso invalido" e non come un soggetto bisognoso di tutela ed assistenza, nel rispetto di un dovere di solidarietà che proviene dalla Costituzione e soprattutto dalla millenaria tradizione culturale umanistica del nostro paese". A dare un segnale di un cambio di tendenza, spiega l’Anmic, la Conferenza nazionale sulle politiche per la disabilità di Bologna. "Il documento programmatico che ne è derivato – spiega l’associazione – va nella direzione giusta". Un progetto "ambizioso e coraggioso, come è coraggiosa la fase politica che si è aperta in questo primo scorcio del 2014. Ma senza ambizione e senza il coraggio di innovare e dare una svolta all’immobilismo del paese non c’è futuro".
Per l’Anmic, però, alcuni obiettivi necessitano "un immediato intervento legislativo". Al primo posto, "la riforma del sistema di accertamento dell’invalidità civile ispirato a criteri di unicità del soggetto accertatore, concessore ed erogatore delle prestazioni economiche, alla semplificazione del procedimento, all’unitarietà della diagnosi e della certificazione, alla partecipazione procedimentale della fase concessori a delle associazioni di categoria già abilitate alla fase medico-legale". Tra gli obiettivi da raggiungere anche riforma del sistema tabellare, la definizione dei livelli essenziali dei servizi da garantire uniformemente su tutto il territorio nazionale, il potenziamento del ruolo delle famiglie e il loro sostegno economico al fine di favorire il mantenimento in carico. Tra gli interventi necessari anche la riforma della governance dell’Inps con partecipazione all’attività di programmazione e vigilanza in materia di invalidità civile delle associazioni di categoria più rappresentative e l’estensione della normativa sull’incremento delle pensioni a favore degli invalidi civili totali di età compresa tra i 60 e i 65 anni anche quelli di età compresa tra i 18 e i 60 anni, ovvero la proposta di legge di iniziativa popolare presentata dall’Anmic.
Al governo, infine, l’Anmic chiede chiarezza sulle verifiche. "Sulla lotta ai falsi invalidi e sul reiterare di questa attenzione con un progetto di verifiche straordinarie che poi si è tramutato semplicemente in una caccia alle streghe, vorremmo un po’ di chiarezza – ha spiegato Rino Pagano -. Vorremmo un po’ di chiarezza su come verranno fatti gli accertamenti dell’invalidità civile. Vorremmo capire chi è il soggetto con cui dobbiamo interloquire. Oggi esiste un sistema che si basa su una dicotomia tra INPS e Asl per cui in alcune regioni, l’accertamento è ancora gestito dalle Asl, per poi essere sottoposto a valutazione da parte delle commissioni INPS, in altre regioni tutto l’accertamento è gestito dall’Inps. Quello che chiediamo è che i criteri siano uguali dappertutto".
Fonte: Superabile.it
14/07/2014