L’ha realizzata l’officina del Centro mobilità del Centro protesi Inail di Budrio per Fabio Trono. Il giovane, paraplegico, da oggi potrà andare da casa al lavoro, accedendo al posto di guida in sedia a ruote e manovrando i comandi con un braccio.
NOVARA – Da oggi, per la prima volta in Italia, una persona con grave disabilità motoria può guidare la propria macchina, accedendo autonomamente al posto di guida con la sedia a ruote elettrica e, con un solo braccio, gestire tutti i comandi di guida tramite un sistema a joystick. L’autovettura, adattata al Centro servizi mobilità in auto e moto del Centro protesi Inail di Budrio (Bologna) è stata presentata ieri mattina alla sede Inail di Novara alla presenza di Rinaldo Sacchetti (direttore del Centro di Budrio), Antonio Traficante (direttore regionale Inail Piemonte), Antonio Santoro (direttore della sede Inail di Novara), e l’equipe che ha seguito Fabio Trono, il ragazzo paraplegico che ha l’uso di un solo braccio, durante il percorso per il conseguimento della patente speciale e per l’allestimento del veicolo. Infatti, Trono e l’equipe hanno studiato delle soluzione approvate dalla commissione medica locale, per consentire al ragazzo di accedere da solo all’autovettura e al posto di guida con la carrozzina. Trono potrà guidare l’auto grazie a un joystick "a 4 vie", che consente di gestire acceleratore, freno, sterzo e tutti i comandi ausiliari, come le luci, le frecce o il clacson, con un unico braccio.
L’ingegnere Massimo Improta, del Centro protesi di Budrio, rivela che per quanto riguarda il progetto dell’autovettura di Trono "una svolta decisiva è avvenuta nel 2011, quando il ministero ha approvato l’uso del joystick ‘a 4 vie’. Il progetto, infatti, "era partito anni prima, e cercavano di adattare l’auto con un sistema di guida a 2 braccia, uno ‘valido’ e l’altro ‘funzionale’". Ma il problema era "che con il braccio funzionale non si riuscivano a usare tutti i comandi", perciò "appena è stato possibile abbiamo virato sul joystick". Il periodo per adattare l’auto alla persona che la deve utilizzare, continua Improta, "di solito dura fino ai 90 giorni, ma anche qualcosa meno". Nello specifico, "bisogna adattare il posto guida, poi i comandi, ma anche il pannello di controllo". Infine, "bisogna rendere agibile l’auto per una terza persona".
Il percorso per conseguire la patente speciale avviene tramite una valutazione delle capacità psico-fisiche residue della persona interessata, che poi deve essere sottoposta anche a prove pratiche e di insegnamento dei dispositivi con veicoli adattati. L’autovettura, invece, viene progettata e realizzata all’interno dell’autofficina del Centro servizi mobilità di Budrio, personalizzandola a seconda di chi la dovrà guidare. Non è la prima volta che a Budrio riescono a realizzare progetti del genere: infatti, in passato è stato messo a punto un trattore con un sedile mobile esterno in grado di trasportare chi lo guida all’altezza del sedile, come un sorta di piccolo "ascensore", che poi si richiude all’interno della cabina. Nel trattore agricolo, anch’esso il primo realizzato al Centro di Budrio, non erano presenti pedali all’interno, ma solo comandi manuali.
Fonte: Superabile.it
25/01/2013