Telefono amico contro la solitudine; il numero unico compie 10 anni

Telefono amico contro la solitudine; il numero unico compie 10 anni

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Il desiderio di Marcella è che Giulietta, 15 anni, con autismo ad alto funzionamento, possa uscire il sabato sera e nel tempo libero insieme ai coetanei, per imparare l’arte della condivisione. La risposta di genitori e volontari, disponibili a creare un gruppo e un’associazione

ROMA – Per la figlia Giulietta, quindicenne iscritta a un liceo artistico di Brescia, Marcella Pezzarossa è disposta a inventarsi di tutto pur di vederla felice e inserita in un gruppo di coetanei. Non è semplice né automatico, perché Giulietta è un’autistica ad alto funzionamento "molto concentrata su stessa e sui propri interessi, meno empatica verso gli altri". Vivono a Capriolo, nel Bresciano, dove non ci sono associazioni di volontariato che si occupano del tempo libero per i ragazzi con disabilità mentale. Così la vulcanica mamma, che nella vita si occupa di educazione cinofila insieme al marito Luca (che non è il padre biologico della figlia), ha lanciato un appello su Facebook ad altri genitori con figli dai 12 ai 18 anni per creare prima un gruppo, poi un’associazione. La sua storia è raccontata nel numero di maggio della rivista Inail Superabile magazine.

"Manca un progetto che si occupi di autismo ad alto funzionamento o Asperger, disabilità non gravissime ma che causano problemi di socializzazione con i coetanei – fa notare Marcella, 39 anni, in attesa di un bebè -. Non porterei mia figlia in un centro diurno per disabili, perché vedrebbe situazioni molto più difficili della sua. In questo tipo di autismo le cure riabilitative possibili non sono molte: la terapia più importante è la scuola, che Giulietta segue molto bene con un programma semplificato e l’insegnante di sostegno. Ascolta la musica in camera sua, dipinge, ma alla sua età non possono esserci solo la scuola o gli hobby: ci vogliono momenti di socializzazione e di scambio". La mamma si confronta con altri genitori "che hanno la stessa esigenza. I nostri figli sono abbastanza egocentrici, mancano di empatia nei confronti degli altri. Così ho pensato che potrebbero trovarsi insieme a ragazzi con sindrome di Down lieve e con disabilità fisiche, ma anche normodotati, per uscite tipiche per qualsiasi adolescente: una pizza, un cinema, un picnic, una passeggiata la domenica pomeriggio, una serata al pub o al bowling".

L’idea della madre di Giulietta ha ricevuto molti riscontri positivi da parte di altri genitori e di alcuni volontari, che si sono resi disponibili per creare un gruppo e la futura associazione, che "si chiamerà Staying Alive, sulla scia del progetto ‘La febbre del sabato sera’ promosso dall’associazione Fuori posto a Brescia. Ho già trovato un’azienda disposta a sostenere economicamente il progetto: i fondi servono per pagare due educatori professionisti che accompagnino i ragazzi in questo percorso di socializzazione e comunicazione almeno tre volte al mese. Poi una signora che ha una pizzeria in paese mi ha già assicurato che offrirà pizza e bibita a tutto il gruppo".

Insomma, i segnali ci sono e sono positivi. Così Marcella spera di poter seminare la sua idea anche in altre città, a Milano per esempio: "Potrebbe essere un unico progetto diviso in vari rivoli", auspica. E pensa anche di coinvolgere i cani in attività domenicali di pet therapy: giornate immerse nella natura e fra gli animali, "per coltivare gli aspetti relazionali. Ho preso il primo meticcio su consiglio della neuropsichiatra infantile, convinta che avrebbe aiutato Giulietta. Non è stato così, lei convive con gli animali ma non interagisce con loro. Ha una passione sfrenata per la musica, canta e va a lezione, adora la pittura e la scultura; è metodica e ha una capacità di concentrazione speciale per trovare le tonalità dei colori e i loro abbinamenti".

Ora in casa ci sono Titti e Bolla, due cagnolone, e un gatto, ma "per mia figlia è difficile mettersi nei panni degli altri, anche degli animali. Parla molto, è solare e sorridente, però fa fatica ad ascoltare e a gestire la compagnia". Per questo Marcella punta su un itinerario educativo che possa sollecitare in Giulietta e negli altri ragazzi lo spirito di condivisione: "Hanno abilità e interessi molto specifici. Sanno di essere autistici e si rendono conto dei loro limiti. Proprio per questo hanno bisogno di fare una vita da adolescenti, di uscire con amici e coetanei con cui confrontarsi e che non abbiano gli stessi problemi, fra i quali trovare sostegni emotivi". La determinazione non manca, l’entusiasmo neppure. Gli ingredienti perché questo gruppo variegato si realizzi in fretta ci sono tutti.

Fonte: Superabile.it

09/05/2016