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Francesco incontra oltre 5 mila pellegrini dell’Unitalsi in occasione dei 110 anni dell’associazione: mille di questi sono bambini e adulti con disabilità. Il pontefice chiede una pastorale inclusiva nelle parrocchie: "La vostra presenza è silenziosa ma più eloquente di tante parole"

ROMA – "Il contesto culturale e sociale di oggi è incline a nascondere la fragilità fisica, a ritenerla solo un problema", fino ad arrivare "alle volte allo scarto delle persone. L’Unitalsi è chiamata ad andare contro questa logica dello scarto con un atteggiamento profetico". Lo ha detto papa Francesco a circa 5mila pellegrini dell’Unitalsi riuniti nell’Aula Paolo VI, in Vaticano, per l’udienza dedicata all’associazione in occasione dei suoi 110 anni di vita. "La vostra opera non è assistenzialismo né filantropia, ma è proprio evangelica: un ministero della consolazione, e questo è grande". Gli unitalsiani sono "uomini e donne, mamme e papà, e tanti giovani che non voltano la faccia dall’altra parte davanti alla sofferenza degli altri: questa è una virtù, andate avanti con questa virtù", ha auspicato il pontefice.

 "Ogni persona malata e fragile possa vedere nel vostro volto quello di Gesù e anche voi sappiate riconoscere nella persona sofferente la carne di Cristo", ha detto il papa rivolgendosi ai volontari, ribadendo che le persone malate e disabili sono "una ricchezza da valorizzare per tutta la società". Inoltre, ha sottolineato, "è necessaria una pastorale inclusiva nelle parrocchie e nelle associazioni. Si tratta di valorizzare l’opera dei fratelli e delle sorelle disabili come soggetti evangelizzatori". E ancora: "Cari fratelli e sorelle ammalati, sentitevi inseriti a pieno titolo nella vita della Chiesa. Voi avete un posto vostro specifico nella comunità ecclesiale, una presenza silenziosa ma più eloquente di tante parole. La vostra preghiera e accettazione della sofferenza sono un patrimonio: non vergognatevi di essere un tesoro prezioso della Chiesa".

Fonte: Superabile.it

11/11/2013