di Emma Fadda
Possiamo immaginare l’adolescente come un elefante sospeso in equilibrio su un filo, dove cadere a volte è questione di un attimo e può essere estremamente doloroso se non si ha ancora a disposizione un buon paracadute.
L’adolescenza è quella fase del ciclo vitale dell’essere umano in cui si verifica la transizione dallo stato del bambino a quello dell’adulto. Essa ricopre quindi un periodo lungo, mutevole da individuo a individuo, da cultura a cultura, che comporta modificazioni fisico-corporee e significativi cambiamenti psicologici.
L’adolescenza quindi, come ogni fase del ciclo di vita, richiede all’individuo di portare a termine un preciso compito di sviluppo, quello cioè di definire la propria identità in modo coerente, integrato e autonomo.
Tale difficile ma allo stesso tempo affascinante scopo può essere raggiunto solo attraversando una fase (quella adolescenziale) in cui il ragazzo da un lato gradualmente si rende autonomo e si differenzia dalla propria famiglia di origine, e dall’altro sperimenta se stesso, le sue capacità, risorse e limiti all’interno di contesti sociali, ruoli e situazioni sempre più differenti e variegati.
Sperimentazione, differenziazione e identificazione rappresentano quindi quegli “strumenti del mestiere” attraverso cui i giovani, sulla scia dei processi maturativi fisici, cognitivi, morali e sociali che caratterizzano questa fase di vita, ricercano e danno coerenza al sé, definendo il proprio sistema di scopi e credenze, che guiderà le scelte di vita futura.
I processi di maturazione adolescenziale coinvolgono prima di tutto il corpo, che “si trasforma” in un corpo adulto tanto nella forma quanto nelle risorse e nella funzione, aprendo la strada alla definizione della propria identità di genere e di una nuova esperienza di sé e della sessualità in termini di intimità con l’altro.
Il ragazzo acquisisce un nuovo modo di porsi di fronte al mondo. I cambiamenti cognitivi che caratterizzano questa fase favoriscono l’introspezione, la maggiore predisposizione per la discussione, l’esercizio del pensiero come “oggetto” che si può manipolare, astrarre, usare per costruire teorie, per pensare il possibile, per mettersi nei panni degli altri.
Questa importante abilità, quella di leggere la mente dell’altro è ora possibile per l’adolescente, che matura quella sensibilità emotiva, quel linguaggio emotivo, che gli consente di “sentire” l’altro e non solo di vedere il suo comportamento. L’altro che non è più strumentale al soddisfacimento dei propri bisogni, ma diventa un contenitore di emozioni, sensazioni, idee, bisogni e scopi che devono essere legittimati. Ecco quindi che l’amicizia assume un nuovo valore, perché sostenuta dal desiderio di condividere, di stare insieme, di reciprocità, di rispetto dell’altro. Il mondo delle relazioni si rivoluziona, dalla famiglia alla rete sociale ed amicale.
Sponsor Un periodo, quello dell’adolescenza che visto così sembra quasi un’esplosione di accadimenti positivi. Purtroppo però “non sempre è oro quello che luccica” per cui frequentemente questa fase di passaggio avviene con impaccio, fatica e difficoltà.
Possiamo immaginare l’adolescente come un elefante sospeso in equilibrio su un filo, dove cadere a volte è questione di un attimo e può essere estremamente doloroso se non si ha ancora a disposizione un buon paracadute.Quel ragazzo un attimo prima è un bambino che vede improvvisamente e velocemente cambiare il suo corpo e la sua mente, che può sentirsi disorientato, confuso, spaventato e insoddisfatto di ciò che accade, o semplicemente ancora poco attrezzato per affrontarlo. Quel ragazzo che nel mettere alla prova le sue risorse e abilità non è ancora consapevole dei suoi limiti, e quindi fa degli errori, si mette in pericolo, confonde e spaventa chi ancora si prende cura di lui come se fosse un bambino.
L’adolescenza nasconde quindi tante insidie, dalle problematiche sempre più diffuse connesse al corpo e all’immagine corporea, all’uso e abuso di alcol e sostanze, ai rischi connessi ad un uso improprio del web, al cattivo rapporto con la scuola e alle conflittualità spesso forti all’interno della famiglia.
Difficoltà che l’adolescente a volte e si ritrova a dover affrontare da solo, perché non sostenuto, non “visto” ma criticato e giudicato dal mondo degli adulti, in particolare dai genitori.
Adulti e genitori che dal canto loro si ritrovano spesso disarmati e confusi, inadeguati e preoccupati di fronte ad una fase di vita che loro stessi hanno affrontato, ma che spesso “non ricordano” o che a loro volta hanno dovuto affrontare da soli.
L’adolescenza non è quindi solo una sfida per i giovani ma anche per i loro genitori, che sono chiamati ad acquisire ed allenare quell’abilità di stare vicini, sostenere, comprendere, ascoltare, ma allo stesso tempo stare lontani, lasciando la libertà ai loro figli di sperimentarsi in autonomia, a volte facendo degli errori, ma pur sempre riconoscendo negli adulti una “base sicura”.
Fonte: Stateofmind.it
28/03/2013