Tornare al volante dopo un trauma cranico o spinale: a Vicenza un percorso riabilitativo

Tornare al volante dopo un trauma cranico o spinale: a Vicenza un percorso riabilitativo

| 0

VARESE – «Mi sono sentito un pacco postale». Domenico Comendulli, che si sposta in sedia a rotelle, racconta le peripezie che ha dovuto affrontare per raggiungere Salsomaggiore Terme in treno.

«Ci ho messo sette ore al posto di tre – racconta – Quel che è peggio, però, è che sono stato dirottato su Genova per motivi che non conosco. Ho anche dovuto pagare 30 euro in più per aver allungato il viaggio contro la mia volontà». Il problema, secondo Domenico, sta tutto nella mancanza di stazioni ferroviarie attrezzate per far salire e scendere i disabili in sedia a rotelle dal treno. In totale, in Italia, ce ne sono solo 252, di cui una trentina in Lombardia. Varese Fs è off-limits, la stazione attrezzata più vicina è Gallarate. «Io ho telefonato per prenotare l’assistenza prima di intraprendere il viaggio, così come indicato dalle ferrovie – racconta Domenico – Ma solo quando sono arrivato alla stazione di Varese Fs mi è stato detto che sarei dovuto andare a Gallarate per riuscire a salire sul treno. Ho quindi dovuto prendere un pullman, con tutti i disagi del caso. Durante il viaggio sentivo la mia carrozzella sballottata insieme ai bagagli e temevo si rompesse».

Da Gallarate, con il treno, Domenico è poi arrivato alla stazione di Milano Garibaldi. A quel punto, con la metropolitana, è arrivato in stazione centrale. «Avevo prenotato l’assistenza – racconta l’uomo – Peccato che il treno su cui mi hanno messo non era diretto a Salsomaggiore Terme, ma a Genova. So che la stazione di Salsomaggiore è attrezzata per i disabili, quindi non mi so spiegare come mai io sia stato dirottato a Genova. Nessuno mi ha dato spiegazioni, ma mi hanno fatto pagare 30 euro di differenza per aver allungato il viaggio di molti chilometri». Arrivato a Genova, Domenico è quindi salito sul treno “giusto”, quello per Salsomaggiore. «Quello che è sicuro è che non prenderò mai più il treno nella mia vita – conclude – Spero che parlare di questa esperienza possa sollecitare qualche intervento. Le ferrovie devono rendersi conto che ogni stazione deve essere fruibile per le persone in sedia a rotelle. Cosa si prenota a fare l’assistenza se poi manca il montacarichi per salire sul treno? L’assenza di servizio è inconcepibile e discriminante».

Rete Ferroviaria Italia, società che gestisce i servizi di assistenza in stazione, sta facendo degli accertamenti per capire cosa sia accaduto a Domenico Comendulli il giorno del viaggio, ovvero martedì 13 settembre. Non appena possibile darà spiegazioni in merito.

La versione integrale di questo articolo è disponibile all’indirizzo: laprovinciadivarese.it

Segnalato da: disablog.it

21/09/2011