Turismo accessibile, in arrivo un “Libro bianco”

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Il sorriso vittorioso di Barack Obama non assolve l’America da una grave colpa. Tanto i repubblicani che i democratici hanno prestato scarsa attenzione al fatto che alle elezioni di ieri molti disabili psichici non hanno votato. Nel Paese della libertà, infatti, circa trenta stati (incluso il Distretto di Columbia) hanno leggi che limitano il diritto al voto delle persone con disabilità mentali.

I limiti variano da stato a stato. Alcuni non permettono il voto a nessuno che sia giudicato mentalmente incapace da un tribunale, mentre altri richiedono che il giudice specifichi espressamente la revoca dello “status di elettore” a causa di patologie come disturbo bipolare, schizofrenia, sindrome di Down, o autismo. Lo stesso limite può essere applicato a pazienti con lesioni cerebrali traumatiche, o anziani con Alzheimer o demenza. Durante la compilazione del modulo di registrazione al voto, si deve dire se si sia mai stati dichiarati mentalmente inabili. In caso affermativo, e se la capacità non è stata ripristinata, non si è ammissibili al voto.

I sostenitori di queste leggi ritengono che si tratti di un atto necessario a proteggere “soggetti deboli” dalla frode elettorale. I difensori dei diritti umani, invece, rifiutano l’archetipo per cui se si soffre di una malattia intellettiva, la razionalità è compromessa e non si è in grado di votare. A parer loro la sola presenza di simili leggi all’interno delle costituzioni statali genera umiliazione e discriminazione e l’idea di limitare il voto solo a chi soddisfa una serie di “criteri” fa un po’ paura.

Molti regolamenti sono radicati in un malinteso storico per cui i disabili mentali dovrebbero essere rinchiusi in istituti e lì curati. Oggi, grazie anche alla Convenzione ONU sui disabili, questo trattamento è superato e la miglior cura è l’inserimento in società. Lo stereotipo del disabile intellettivo incapace di esprimere una preferenza e maggiormente suscettibile a subire influenze indebite da altri, va superato. Per massimizzare l’accesso al voto e allo stesso tempo garantire aiuto alle persone che ne hanno bisogno, si dovrebbero predisporre funzionari elettorali in grado di fornire assistenza adeguata. Tutte le persone con malattia mentale meritano una vita di successo in comunità con gli stessi diritti degli altri cittadini. Il diritto di voto non è diverso.

di Ivano Abbadessa

Fonte: Disablog.it

08/11/2012