CALCINATO (BS). La sensibilità dei singoli cittadini riesce spesso a superare i limiti finanziari e operativi delle istituzioni in materia di diritti dei disabili. Da Calcinato arriva una piccola ma emblematica storia di civiltà che ha visto protagonista una cliente in carrozzina e un negoziante che, per rimediare al mancato abbattimento delle barriere architettoniche, ha costruito a proprie spese uno scivolo metallico rimovibile. La vicenda assume un significato ancora più profondo considerato che a beneficiare dell´intervento è stata Tiziana Treccani, da oltre 30 anni protagonista delle battaglie della Lega nazionale per il diritto al lavoro degli handicappati e della Unione italiana lotta alla distrofia muscolare. Tiziana abita a Calcinato soltanto da due anni, ma si è già segnalata per molteplici attività di animazione sociale, senza però dimenticare di perseguire la propria lotta per vedere riconosciute a lei, che per una patologia genetica si muove con una carrozzina elettrica, le stesse opportunità degli altri cittadini.
Tiziana si è trovata costretta, suo malgrado, ad intervenire per sollecitare l´abbattimento delle barriere architettoniche e, dopo essere riuscita per esempio a far dotare di strumentazioni adeguate al carico delle carrozzine i pullman di linea, ha vinto un´altra battaglia. «Chi edifica le barriere compie un errore di progettazione prendendo in considerazione solo le caratteristiche e i bisogni di una parte della popolazione – afferma Tiziana -. Escludendo i diversamente abili, le donne incinte, gli infortunati, gli anziani, i bambini; vale a dire, secondo stime Onu, circa il 10% della popolazione. Ma, fortunatamente, esistono singole persone sensibili, determinate a riparare a quegli errori» sottolinea.
Una di queste Tiziana l´ha incontrata in via Petrarca a Calcinato. «In una merceria, dove sono solita andare a fare acquisti, ero costretta a restare sulla porta del negozio – racconta -. Ad impedirmi l´accesso era un gradino troppo alto, chiaramente fuori norma. Fortunatamente la titolare non si è arresa e, con la collaborazione dei figli, ha provveduto a fare costruire uno scivolo in metallo che tiene in negozio e lo usa quando arrivo io per permettermi di superare il gradino. Non vi dico la soddisfazione, e la commozione, la prima volta che me lo ha fatto utilizzare». La «pasionaria» dei disabili spera che l´esempio sia contagioso. «Quello della titolare del negozio è un gesto di uguaglianza e solidarietà – conclude – che ha cancellato l´errore di progettazione e il mancato controllo di chi avrebbe dovuto far rispettare la legge».
di Flavio Marcolini
Fonte: Bresciaoggi
27/07/2012