Vita indipendente, domande entro il 31 gennaio

Vita indipendente, domande entro il 31 gennaio

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Il 30 dicembre del 2013, esattamente un anno fa, Franco Bomprezzi, il nostro caro Franco, scriveva su InVisibili un articolo di riflessioni, consigli, buoni propositi per il 2014. Aveva tutta l’autorità e la saggezza per comporre questo vademecum: lui era la nostra guida, la nostra bussola. Vi riproponiamo adesso questo testo perché a nemmeno due settimane dalla sua scomparsa è come se avessimo aperto il suo testamento trovandoci una splendida eredità per tutti noi che ci sarà preziosa anche nel 2015. In cinque punti, Franco chiama alla responsabilità non solo la società, dalle amministrazioni alla scuola, dal mondo del lavoro a quello dell’assistenza, ma anche e soprattutto le persone con disabilità. E lo fa partendo da parole-chiave che sembrerebbero lontane da una condizione troppo spesso associata alla sofferenza e al pietismo: leggerezza, tolleranza, condivisione, curiosità, felicità. Se si vuole passare dall’invisibilità alla visibilità “restiamo umani – sono le sue parole finali – prendiamoci la nostra vita sulle spalle, è la migliore che abbiamo a disposizione”.

E’ la carica di energia che ha sempre alimentato questo blog (che in questi anni ha certamente contribuito a una presenza costantemente in crescita nel mondo dei media dei temi legati alla disabilità). Ma è anche un’iniezione di fiducia, di ottimismo, quella che ci lascia Franco. Per questo noi del Corriere vi chiediamo adesso un piccolo favore: giovedì, primo gennaio, scaricate gratuitamente su corriere.it il numero speciale Buongiorno Italia.

Abbiamo cercato e raccontato storie da tutta Italia di persone che si impegnano in ogni campo (dai terremotati allo sport, dalla sanità ai carcerati, dall’immigrazione all’arte), per raggiungere obiettivi concreti che diano benefici alla società: insomma, nel giorno in cui non ci sono i quotidiani, abbiamo preparato un giornale delle buone notizie che danno l’immagine di un altro Paese, spesso invisibile perché sopraffatto dagli arroganti, dai corrotti e dai lamentosi, ma che è ben presente e diffuso.

Per ogni download di questo numero, il Corriere donerà 50 centesimi alla Fondazione Veronesi destinati al programma Gold for Kids: in pratica, questi soldi serviranno a finanziare le cure oncologiche pediatriche che spesso non beneficiano degli investimenti nella ricerca della case farmaceutiche perché non sufficientemente redditizie. Ecco dunque che il piccolo favore che vi chiediamo diventa un piccolo, grande impegno. Ripeto, gratuito ma importantissimo.

Capirete, leggendo (o rileggendo) a distanza di un anno le parole di Franco perché abbiamo deciso di dedicare “Buongiorno Italia” alle persone come lui.

Che sapeva guardare dall’alto anche quando era ancora in questa terra, ad altezza carrozzina.

Alessandro Cannavò

Testo di Franco Bomprezzi

Saremo più o meno InVisibili nel 2014? E che cosa ci capiterà? Come affronteremo il viaggio nei prossimi 365 giorni, dopo la tempesta e le poche bonacce dell’anno che ci stiamo lasciando alle spalle? Non lo so, ma credo che molto dipenda da noi. Provo a lasciarvi, prima di partire per le nuove avventure, qualche modesto suggerimento, tirato fuori dal bagaglio a mano, leggero e sobrio, con il quale mi appresto a muovermi, assieme a voi, amici di speranze e di battaglie. Siete liberi, alla Pennac, di non leggere queste righe, o comunque di prendere ciò che vi aggrada, e di gettare via il resto. Ma potete anche aggiungere il vostro pezzetto di augurio, di riflessione, di umanità. Come avete sempre fatto qui, commentando i nostri post, di viaggiatori più esposti alle intemperie, ma sicuramente indomiti e allegri, perché la vita, in fin dei conti, è davvero unica e, spesso, meravigliosa, anche quando così non sembra.

Primo consiglio: leggerezza. Togliete peso dalle vostre, vite. Certo, mi rivolgo a persone e famiglie che di pesi se ne intendono. Ma proviamo ad alleggerire il carico delle responsabilità. Non tutto dipende solo da noi. Molto invece deriva dalle relazioni umane che sappiamo costruire e consolidare nel tempo. La disabilità è una condizione in continuo divenire, anche quando le avversità, o la salute fragile, ci dicono il contrario. Tutti parlano di “presa in carico”: è giusto, è un concetto fondamentale, ma non riguarda solo voi, persone e familiari. E’ un impegno dell’intera società, dal Comune alla scuola, dal lavoro alle cure, persino nei viaggi e nel tempo libero o nello sport.

Secondo: tolleranza. Non tutti conoscono la disabilità, anzi spesso le persone “normali” (sic!) pensano di sapere di che si tratti, e fanno un grande calderone di pre-giudizi, ai quali attingono di volta in volta, spesso per chiamarsi fuori da qualsiasi relazione o responsabilità. Lo fanno i datori di lavoro che pensano di assumere un disabile pur che lo sia il minimo possibile, giusto per rispettare la legge e avere gli sgravi fiscali. Lo fanno quei dirigenti scolastici che si limitano a gestire le ore del sostegno, senza preoccuparsi di verificare che ci siano le condizioni giuste per l’inclusione vera di un alunno con disabilità. Lo fanno i passanti, i vicini di coda del supermercato, gli spettatori al cinema, i viaggiatori in autobus o in metropolitana, seccati per la vostra lentezza e per l’ingombro. Ecco: questa (anche questa) è l’umanità con la quale dobbiamo convivere, sapendo che quasi sempre non c’è cattiveria, ma ignoranza. E magari un po’ di indifferenza, figlia di questi tempi di crisi, nei quali ognuno tende a pensare a se stesso e al proprio tornaconto. Siate dunque tolleranti: nella mia vita mi sono accorto che un sorriso, magari ironico, vale più di un insulto. Provateci anche voi.

Terzo: condivisione. Mai da soli, nella vita. Non ce la farete, soffrirete come bestie, vi arrabbierete, vi sentirete vittime del mondo intero (anzi, le uniche vittime), e sarete assaliti dalla depressione, dalla sensazione di impotenza, di inutilità, di marginalità. Non è colpa vostra, perché gli ostacoli da superare a volte sono davvero enormi, o del tutto inaspettati. Penso alle famiglie nelle quali la disabilità arriva all’improvviso, con una nascita o con un trauma, o con l’età che avanza. Si è tutti impreparati ed esposti all’angoscia, alla disperazione. Sappiate che ci sono passati in tanti, a centinaia di migliaia, nel tempo. E piano piano hanno scoperto di non essere soli. C’è sempre qualcuno che può dare una mano, un consiglio basato sull’esperienza, un indirizzo utile, un riferimento di legge, un diritto da far valere. Tante piccole associazioni sono nate così, attorno alle famiglie, e hanno costruito nel tempo solidi isolotti di speranza, forti nelle intemperie, coraggiosi e impavidi. E nella rete della condivisione, spesso, nascono amicizie durature, e prospettive insperate. Provateci, con fiducia.

Quarto: curiosità. Non fermatevi alle apparenze, non fidatevi di guru e di santoni interessati, di capipopolo pronti a usarvi per qualsiasi causa. Siate curiosi, informatevi, confrontate le opinioni, documentatevi (oggi è possibile e facile per tutti), formatevi una vostra idea, che sicuramente avrà il vantaggio di essere il frutto incrociato dell’esperienza e delle novità. Il mondo della disabilità è in continua evoluzione. Noi cerchiamo, nel nostro piccolo, di fornirvi qualche materiale utile per il vostro viaggio personale: dagli ausili alle tecnologie, dai viaggi alle esperienze culturali, dagli esempi dello sport alle storie di persone normalissime e semplici. Non tutto si adatta a tutti: ma in ogni vicenda c’è qualcosa da apprendere, da confrontare, da mettere da parte perché non si sa mai, potrebbe tornare utile.

Quinto: felicità. Cercatela ovunque, pensate che è importante avere un sogno, un progetto di vita, una piccola follia che vorreste realizzare, magari non adesso, ma coltivare con passione perché si possa realizzare nel tempo. Uscite dalla dimensione unica della disabilità, che tende a logorare e ad appiattirvi. Provate a pensare ad altro, a non farvi porre sempre le stesse domande: “Che cosa ha suo figlio? Come mai è così?”. Oppure: “Ma tu, in carrozzina, riesci a fare l’amore?”. Magari ogni tanto gli altri potrebbero anche farsi i fatti propri, non vi pare? Restiamo umani, prendiamoci la nostra vita sulle spalle, è la migliore che abbiamo a disposizione. Buon anno a tutti. Lo sarà.

Fonte: Invisibili.Corriere.it

31/12/2014