Leonardo Tencati scrive al comune di Segrate per avere un rimborso per il nuovo lavandino da 2 mila euro adatto alla sua sedia a rotelle. "Non abbiamo soldi" risponde l’amministrazione. Il 28 settembre una manifestazione per chiedere il rispetto della normativa
MILANO – Duemila euro per rifarsi il lavandino e renderlo accessibile anche a lui, che viaggia in sedia a rotelle. Poi la lettera al comune di Segrate, dove vive, per avere un rimborso, come stabilito dalla legge 13 del 1989. E infine la risposta, datata 6 settembre, a firma del comune di Milano: "Con la presente s’informa che, a seguito della comunicazione della regione Lombardia del 06/06/2013 prot. n. 0021747, le domande relative al fabbisogno 2012 rimaste insoddisfatte e tutte quelle presentate in relazione al fabbisogno 2013 e 2014 non sono attualmente finanziate". Tradotto: non c’è il becco di quattrino per finanziare l’abbattimento delle barriere architettoniche. Così Leonardo Tencati per l’ennesima volta ha visto disattese le sue richieste per progettare una vita indipendente.
"È una presa in giro: cosa fanno le leggi se poi non le finanziano?", si domanda Tencati. Già ad agosto 2012 aveva raccontato a Redattore Sociale la prima parte della sua vicenda. Dopo aver sperato di potersi costruire una vita senza più pesare sulla famiglia, nel 2010, due anni dopo si vede la sua richiesta di finanziamenti respinta. Colpa di un reddito Isee calcolato sulla base del reddito della famiglia, non individuale. Così Tencati supera l’asticella dei 15 mila euro di reddito Isee ed è escluso: "Non ho più saputo nulla, il mio progetto di vita indipendente non è più ripartito", commenta. Ora non sa se rivolgersi di nuovo a Ledha o al difensore civico regionale per presentare questo nuovo caso di negazione alla vita indipendente.
Eppure Tencati è stato ricevuto insieme ad altre persone con disabilità dall’assessore regionale alla Famiglia Maria Cristina Cantù che ha illustrato loro la delibera 116, con cui la regione fa uno specifico riferimento alla vita indipendente. Ma i comuni alla fine lamentano sempre di avere le casse vuote: "Alla mia zona dovevano essere arrivati 600 mila euro per la vita indipendente, poi spostati su case famiglia e centri diurni", racconta Tencati. Il comune è parso talmente poco interessato da non aver nemmeno fatto un censimento delle persone con disabilità che avevano fatto richiesta per il contributo per la vita indipendente. Un lumicino di speranza si accende ancora, con la delibera 590: il provvedimento dovrebbe ampliare i contributi per Sla e Sma, due malattie per cui l’assegno di assistenza è un po’ più consistente, ad altre categorie, "ma non sappiamo ancora quali", precisa Tencati.
Leonardo Tencati insieme ad altri amici nelle sue stesse condizioni organizza il 28 settembre una manifestazione per chiedere il rispetto della normativa sulla vita indipendente a Segrate, il suo comune di residenza. A ottobre – novembre, la mobilitazione potrebbe spostarsi fin sotto gli uffici del Pirellone. (Lorenzo Bagnoli)
Fonte: Superabile.it
12/09/2013