La disabilità visiva implica molte difficoltà per l’apprendimento e la fruizione dell’arte, ma esse si possono superare attraverso corretti accorgimenti, grazie ai quali anche il vedente troverà maggiore interesse, con più gusto e completezza verso la cultura. L’abbattimento delle barriere, infatti, è di giovamento per tutti»: lo dichiara Raimondo Piras, presidente dell’UICI Sardegna, presentando l’accordo con il Polo Museale della propria Regione, che punta al raggiungimento della massima autonomia possibile e alla partecipazione delle persone con disabilità sensoriali alla vita culturale.
Il 6 dicembre scorso il Consiglio Regionale Sardo dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e il Polo Museale della Sardegnadel Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo hanno siglato un accordo che, attraverso un’azione programmatica comune, mira a prevenire e rimuovere le condizioni individuali che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione delle persone con minorazioni sensoriali alla vita della collettività.
Si tratta di un intendimento che faceva già parte di un precedente accordo del 2006, stipulato dall’UICI Sarda con l’allora Soprintendenza Per i Beni Architettonici e il Paesaggio, per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico (SBAPPSAE) delle Province di Cagliari e Oristano e che oggi, undici anni dopo, viene appunto riproposto dal Polo Museale Regionale, il quale sostituisce per alcune competenze quella vecchia struttura.
«Gli obiettivi dell’accordo – spiega Raimondo Piras, presidente dell’UICI Sardegna – vanno oltre quella semplice premessa. Infatti, lo scopo principale è quello di favorire un’attenta conoscenza delle istituzioni museali e delle testimonianze culturali del territorio – e in particolare dei suoi riferimenti nella rete museale regionale -, nonché di promuovere il senso di responsabilità nella valorizzazione e conoscenza, a tutela del patrimonio culturale. E ancora, costruire percorsi e attivare, con una programmazione concordata, laboratori specifici di promozione dello studio dell’archeologia e della storia dell’arte, partendo dalle peculiarità culturali del territorio regionale, nel rispetto della sua storia e delle sue tradizioni, anche utilizzando gli spazi espositivi del Polo Museale. Tutto ciò in ossequio alla legislazione vigente che accompagna e sostiene tali intendimenti: la Legge Quadro sulla disabilità 104/92, la Legge 4/04, che indica le disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici e il Decreto Legislativo 42/04(Codice dei beni culturali e del paesaggio), in particolare all’articolo 101 sugli istituti e luoghi della cultura, al 118 sulla promozione di attività di studio e di ricerca e al 119 sulla diffusione della conoscenza del patrimonio culturale nelle scuole».
Il fulcro delle iniziative sarà il Servizio Educativo del Polo Museale della Sardegna, con la sua rappresentante Marcella Serreli, che ha già avviato progetti di accoglienza per i cittadini con disabilità visiva e che è legata all’UICI Sardegna da oltre dieci anni di collaborazione, partiti proprio con il citato accordo con con l’allora Soprintendenza.
«Come UICI – ricorda ancora Piras – avremo l’adesione dell’IRIFOR Sardegna, l’Istituto per la Ricerca, la Riabilitazione e la Formazione Professionale dell’UICI stessa, per l’attestazione dei progetti e per la realizzazione pratica delle iniziative. Inoltre, Milena Cocco, la nostra rappresentante per la fruizione del patrimonio culturale da parte dei non vedenti, parteciperà al coordinamento delle attività».
«La disabilità visiva – conclude il Presidente dell’UICI Sardegna – implica molte difficoltà per l’apprendimento e la fruizione dell’arte, ma ciò non significa che il cieco sia “un diverso” – inteso in senso lato – perché, attraverso corretti accorgimenti che possono sembrare peculiari verso questa minorazione, anche il vedente troverà maggiore interesse, con più gusto e completezza verso la cultura. L’abbattimento delle barriere, infatti, è di giovamento per tutti, soprattutto quando la società civile riserva loro pari opportunità».
Fonte: Superando.it
21/12/2017