Il Comitato famiglie disabili scrive alle istituzioni per chiedere che sia garantito l’esercizio del diritto di voto anche a chi si prende cura a tempo pieno di un familiare gravemente disabile: voto a domicilio, ma anche seggi in grado di accogliere chi va a votare con una persona disabile.
ROMA – Garantire il diritto al voto domiciliare ai caregiver che si prendono cura, a tempo pieno, di un familiare gravemente disabile: è la richiesta contenuta nella lettera che il Comitato Famiglie disabili ha appena inviato al presidente della Repubblica Mattarella, ma anche al ministro dell’Interno Minniti, a Gentiloni e a Ingibjörg Sólrún Gísladóttir, direttore dell’Ocse (Office for Democratic Institutions and Human Rights). Un appello urgente, visto l’imminente appuntamento elettorale del 4 marzo prossimo, dal quale i caregiver familiari “corrono il rischio di essere esclusi dall’elettorato attivo – denuncia il comitato – in ragione del fatto che le norme elettorali vigenti hanno una lacuna, non contemplando l’esercizio del diritto di voto domiciliare così come permesso alle persone inferme, disabili, o affetti da patologie gravi o gravissime”.
Se infatti, nel corso degli anni, “la legislazione nazionale, regionale, provinciale e comunale, in materia elettorale si è adeguata al fine di garantire il diritto di voto alle persone con disabilità (art. 51, d.p.r. 361/1957), così non è avvenuto per le persone che li assistono – osserva il comitato – Queste ultime infatti per esercitare il loro diritto di voto devono obbligatoriamente recarsi presso i seggi elettorali”. Di fatto, “le norme attuali non garantiscono l’esercizio di tale diritto da parte dei caregiver familiari che si prendono cura di un familiare che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua e che, per tali motivi, si trovano nella condizione di non poter lasciare il loro assistito solo neppure per il tempo necessario per recarsi a votare”.
Di qui la richiesta, rivolta alle istituzioni, affinché si attivino “con urgenza al fine di consentire e garantire il voto domiciliare contestualmente al loro assistito che ne abbia diritto”. Al tempo stesso, è necessario che i seggi elettorali siano adeguati alle esigenze di chi vi si rechi insieme a una persona con disabilità: occorre cioè prevedere “adeguati spazi protetti e personale adeguatamente formato, che prenda in affidamento temporaneo i minori disabili o le persone, anche maggiorenni, con disabilità grave e gravissima che, in relazione alla gravità della malattia o della loro disabilità, pur potendo spostarsi, anche con l’ausilio delle idonee attrezzature, non possono essere lasciate sole dal loro caregiver familiare, neppure per il tempo strettamente necessario alle operazioni di voto”.
Queste due misure sono fondamentali per garantire ai caregiver familiari l’esercizio effettivo del proprio diritto al voto e per evitar,e di conseguenza, che questi vadano ad allargare la schiera degli astensionisti. “Siamo certi che le istituzioni della Repubblica Italiana, ciascuna per la propria competenza, porranno in essere quanto in loro potere per evitare ad una particolare e numerosa categoria di cittadini un ‘astensionismo’ da essi non voluto ma ‘obbligato’ dal mancato coordinamento delle norme in materia di esercizio del voto con la loro condizione di caregiver familiare, oggi riconosciuta per legge”, conclude il comitato.
Fonte: Superabile.it
08/02/2018