GINEVRA. Quando i bimbi crescono, il loro cervello sviluppa una rete di aree specializzate nella ‘traduzione’ dei segnali sociali, ma nei piccoli a cui successivamente verrà diagnosticato un disturbo dello spettro autistico vi è un ridotto stimolo e una minore attenzione verso questi segnali già durante il primo anno di vita. Gli esperti ritengono che questa apparente indifferenza agli stimoli ostacoli il normale sviluppo del network dei segnali sociali: intercettare precocemente il problema può aiutare a interventi mirati che potrebbero ricablare il cervello quando è ancora possibile farlo. A evidenziarlo è uno studio dell’Università di Gin evra, pubblicato sulla rivista eLife.
Per confermare che esistono differenze nelle reti cerebrali sociali di bambini molto piccoli con disturbi dello spettro autistico rispetto ai loro coetanei, bimbi di tre anni sono stati osservati mente guardavano video di altri piccoli che giocavano. Per osservare dove si rivolgesse il loro sguardo sono stati utilizzati dei tracciatori oculari, mentre l’attività cerebrale è stata registrata utilizzando un elettroencefalogramma. Gli studiosi hanno scoperto che i bambini con un disturbo dello spettro autistico avevano diversi schemi di sguardo durante la visione dei filmati e questo era accompagnato da alterazioni nella connettività delle cellule nervose e nel flusso di informazioni nel cervello. Vi erano differenze che riguardavano anche specifiche frequenze delle onde cerebrali – alfa e theta – così come alti livelli di connettività tra le cellule nervose in alcune regioni del cervello.
Fonte: Agenzia Ansa
28/02/2018