Le otto cose da considerare nella progettazione di un parco giochi davvero inclusivo.
Abbiamo visto di recente, parlando di barriere architettoniche a scuola, come l’abbattimento di queste ultime possa rappresentare uno degli aspetti più significativi per il miglioramento della qualità della vita offerta in una città, in particolare per i più piccoli.
Come già ricordato molte volte, in Italia l’accessibilità è normata dalla Legge 13/1989 e dal decreto attuativo DM 236/1989. A questi si aggiunge poi la Legge 41/1986, che ha introdotto i PEBA, ovvero i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche. Questa struttura normativa rappresenta senza dubbio una buona base, soprattutto rispetto ai luoghi pubblici, ma se parliamo di parchi accessibili il passaggio dalla teoria delle leggi alla pratica richiede un livello di studio e progettazione estremamente articolato e attento. Per capirci, non si tratta semplicemente di installare qualche rampa qua e là o un montascale. Vediamo quindi quali sono le otto cose da considerare nella progettazione di un parco giochi davvero inclusivo!
1) ACCESSIBILITÀ. No alle pavimentazioni come ghiaia o sabbia, che limitano o impediscono la mobilità delle carrozzine manuali. Si a pavimentazioni apposite, magari anche anti-urto e rampe con pendenza (non oltre il 6%) e larghezza adeguate alle manovre anche di carrozzine elettriche ingombranti.
2) ADULTI CON DISABILITÀ. Se a essere portatore di un handicap è l’adulto che accompagna il bimbo al parco, saranno fondamentali anche percorsi privi di barriere per il raggiungimento del parco, parcheggi riservati e toilette accessibili.
3) DISABILITÀ DIVERSE. In un parco inclusivo non è sufficiente garantire il gioco a chi ha una disabilità motoria grave e usa una carrozzina ma andranno tenuti in considerazione aggiustamenti che permettano di giocare anche ai bambini con disabilità sensoriali o relazionali.
4) GIOCHI ESCLUSIVI. No alle giostre da utilizzare esclusivamente in solitaria e no ai parchi con la “zona disabili”. I bambini, prima di tutto, hanno bisogno di interagire con i propri coetanei, da qui la differenza tra accessibile in senso tecnico e inclusivo.
5) GIOCHI INCLUSIVI. La giostra o l’attività davvero inclusiva è quella che costruisce l’opportunità di inclusione e interazione offrendo possibilità di fruizione, anche diversa, al maggior numero di utenti possibili.
6) PROGETTAZIONE PARTECIPATA. Per progettare un parco per tutti è necessaria la visione di tutti gli attori per mettere insieme le diverse esigenze dei piccoli disabili con le opzioni tecniche da utilizzare.
7) AUTONOMIA E INDIPENDENZA. È importante fare in modo che anche i bambini con disabilità al parco possano muoversi il più possibile in autonomia. A questo contribuiscono in maniera fondamentale soluzioni come le pavimentazioni lisce o i colori che aiutano gli ipovedenti.
8) STRUTTURE GIOCO. Tutti i bambini sono attirati dalla struttura principale, nave o castello, renderla davvero accessibile e usufruibile a tutti la “trasforma” automaticamente nel punto di ritrovo dove socializzare. Come scegliere la struttura più adatta in ogni caso specifico? Con la progettazione partecipata di cui sopra!
Fonte: Disabili.com
26/10/2019