di Claudio Ferrante*
«Quella Sentenza della Corte Costituzionale – scrive Claudio Ferrante – che ha stabilito l’impossibilità di vivere con pensioni di invalidità da 286 euro al mese è molto importante, ma è obbligo del Legislatore intervenire per riformare tutta la materia che riguarda l’invalidità civile, compresa la revisione degli importi dell’indennità di accompagnamento, altrimenti, per dirne solo una, si attuerà una condizione di disparità di trattamento tra coloro che hanno un’invalidità del 100% e le persone con percentuali solo di poco inferiori».
Da anni la nostra Associazione [Carrozzine Determinate Abruzzo, N.d.R.] si batte per l’aumento delle pensioni di invalidità. Tra le tante iniziative, ricordiamo quella dell’8 febbraio 2019, quando con lo slogan Disabili ma non cretini!, durante una manifestazione davanti alla Prefettura di Pescara ricordammo al mondo della politica come avesse dimenticato e abbandonato al proprio destino le persone con disabilità e le loro famiglie, costringendole a continuare a sopravvivere con una pensione di soli 285,66 euro mensili, il 300% al di sotto della soglia di povertà.
Ora, com’è noto, la Corte Costituzionale, con la Sentenza n. 152 del 23 giugno scorso, ha dato ragione alla nostra tesi, pronunciandosi su un dubbio di legittimità relativo all’articolo 38 della Costituzione, secondo cui «ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale».
La Sentenza è “storica”, avendo riconosciuto un importo minimo di 516,46 euro al mese e non più di 286,81, ma questo riguarderà solo le persone che hanno un’invalidità del 100%, escludendo ingiustamente quegli invalidi parziali che vanno dal 74% al 99% [a tal proposito segnaliamo, in altra parte del nostro giornale, il testo intitolato “Le reali caratteristiche dell’aumento delle pensioni di invalidità”, N.d.R.].
Ci chiediamo, quindi, come si possa vivere con 9 euro al giorno, considerando che la disoccupazione delle persone con invalidità si attesta intorno all’80%.
È necessario, pertanto, intervenire in materia di previdenza sociale per riconoscere l’aumento delle pensioni di invalidità a tutti gli invalidi civili, così come è urgente e indispensabile rivedere gli importi dell’indennità di accompagnamento per le persone con disabilità grave, attualmente erogata nella misura di 520,29 euro al mese (70 centesimi all’ora!), per coloro che hanno bisogno di un’assistenza per ventiquattr’ore su ventiquattro, ai fini della propria sopravvivenza!
Restando alla nostra Regione, l’Abruzzo, sono circa 90.000 le persone con invalidità tra il 74% e il 99% che stanno aspettando da quarantanove anni l’aumento delle pensioni di invalidità.
Ora basta, non c’è più tempo! La Consulta ha stabilito che 286,81 euro al mese non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita. Tutto ciò è anche anticostituzionale e deve valere per tutti!
Quella Sentenza, dunque, è molto importante, ma è obbligo del Legislatore intervenire per riformare tutta la materia che riguarda l’invalidità civile, altrimenti si attuerà una condizione di disparità di trattamento tra coloro che hanno un’invalidità del 100% e le persone con percentuali solo di poco inferiori.
Dal canto nostro, facciamo appello ai Parlamentari abruzzesi e a tutte le forze politiche della nostra Regione affinché finalmente si metta fine alle discriminazioni e si riconosca pari dignità a tutte le persone fragili, troppo spesso ai margini e dimenticate.
* Claudio Ferrante,
Presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo.
Fonte: Superando
29/08/2020