Scuola. Ultimo DPCM, didattica a distanza e studenti con disabilità, DSA e altri BES

Scuola. Ultimo DPCM, didattica a distanza e studenti con disabilità, DSA e altri BES

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Una nota del MIUR precisa che anche con il 75% della didattica a distanza per gli studenti delle superiori va garantita la frequenza in presenza per quelli con disabilità, DSA e altri BES

A seguito del DPCM del 24 ottobre, che dispone per le scuole superiori un 75% di didattica a distanza, il MIUR ha diramato una nota trasmessa ai dirigenti scolastici, con istruzioni e chiarimenti.
Interessante quanto previsto per alunni e studenti con disabilità,DSA e altri BES: nella nota il Ministero ribadisce che, anche con il 75% di didattica a distanza disposto dall’ultimo DPCM, per gli alunni con disabilità, con disturbi specifici dell’apprendimento ed altri bisogni educativi speciali va garantita la frequenza in presenza, così come previsto dalle indicazioni contenute nel decreto del MIUR del 7 agosto 2020.

DISPOSIZIONI DEL DPCM PER LE SCUOLE
Il DPCM varato lo scorso sabato, lo ricordiamo, stabilisce che per le scuole dell’infanzia e del primo ciclo l’attività didattica resti in presenza.
Per le scuole secondarie di secondo grado la soglia minima di erogazione dell’attività in didattica digitale integrata è incrementata, secondo le nuove disposizioni, ad almeno il 75%, anche qualora le ordinanze regionali rechino un limite inferiore. Particolare attenzione, nell’attuazione della misura, sarà posta agli alunni con disabilità, con disturbi specifici dell’apprendimento e altri bisogni educativi speciali, si legge poi nella nota del MIUR, riferendosi appunto alle linee guida del 7 agosto 2020.

LINEE GUIDA PER ALUNNI CON DISABILITA’, DSA E ALTRI BES
Ricordiamo che indicazioni contenute nel decreto del ministro dell’Istruzione 7 agosto 2020 n. 89 prevedono per gli alunni con BES che l’Amministrazione centrale, le Regioni, gli Enti locali e le scuole, ciascuno secondo il proprio livello di competenza, operino per garantire la frequenza scolastica in presenza degli alunni con disabilità con il coinvolgimento delle figure di supporto (Operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione e gli Assistenti alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale). Per tali alunni il punto di riferimento rimane il PEI- Piano Educativo Individualizzato, unitamente all’impegno dell’Amministrazione centrale e delle singole amministrazioni scolastiche di garantire la frequenza in presenza. Particolare attenzione va dedicata alla presenza di alunni in possesso di diagnosi rilasciata ai sensi della Legge 170/2010 e di alunni non certificati, ma riconosciuti con Bisogni educativi speciali dal team docenti e dal consiglio di classe, per i quali si fa riferimento ai rispettivi Piani Didattici Personalizzati.

INCLUSIONE A RISCHIO?
A questo punto sembra dietro l’angolo la possibilità di un paradosso: alunni non disabili a casa, e alunni con disabilità, DSA e altri BES in classe. Una situazione che ribalterebbe il senso di inclusione scolastica, assicurando da un lato certo la frequenza delle lezioni a quegli alunni per i quali la DAD è estremamente difficile se non impossibile, ma dall’altro la perdita fondamentale del rapporto di collettività con l’intero gruppo classe (composto non solo dai compagni ma anche da tutti gli altri insegnanti).
In realtà, se ben applicato, il DPCM e le sue istruzioni prevedono che un 25% di studenti siano in classe: tra questi anche quelli con disabilità. Insomma, un gruppo eterogeneo, così come nella logica di una reale inclusione.
Staremo a vedere.

Fonte: Disabili.com

31/10/2020