La dichiarazione del commissario durante l’ultima conferenza stampa: “Inizieranno a essere vaccinate insieme alle persone che hanno più di 80 anni. Inevitabile che siano immunizzati anche gli accompagnatori”. Barbieri: “Una bella vittoria: una struttura commissariale ha ascoltato la voce della società civile”. Falabella: “Risultato di una sinergia tra le federazioni, che rafforza il movimento delle persone con disabilità”
ROMA. Inizierà a febbraio la somministrazione del vaccino anti-covid alle persone con disabilità e, a quanto pare, anche ai loro accompagnatori. La notizia, attesissima e accoratamente richiesta da famiglie e associazioni, è arrivata ieri sera durante la conferenza stampa del commissario Arcuri. Rispondendo alla domanda di un giornalista dell’agenzia Nova, Arcuri ha infatti annunciato: “Nella seconda categoria degli over 80 (che sarà vaccinata a partire da febbraio, ndr), il piano vaccinale prevede alcune categorie di fragilità particolari, che vanno assolutamente prese in considerazione e che inizieranno a essere vaccinate insieme alle persone che hanno più di 80 anni”. E alla domanda se questo valesse anche per gli assistenti, il commissario ha risposto: “Immagino che la connessione tra disabile e chi lo accompagna sia una connessione lineare. Il disabile immune non può essere accompagnato da chi immune non è”.
Un annuncio che ha il valore di un impegno, che ora dovrà declinarsi e attuarsi: “Il piano vaccinale infatti non fa esplicitamente riferimento alle persone con disabilità tra le categorie destinatarie della seconda fase di vaccinazione – spiega a Redattore Sociale Pietro Barbieri, tra i primi a rilanciare e commentare con soddisfazione la notizia – Ma un impegno del commissario Arcuri ha un peso fondamentale e indiscutibile. Per questo penso che possiamo oggi festeggiare una battaglia vinta. Ed è di particolare rilievo il fatto che, per la prima volta, quella struttura di potere forte che giustamente è stata messa in piedi, in qualche misura ha ascoltato le vibrazioni che venivano non dai partiti politici e le regioni, ma dal basso, dalla società civile. Per la prima volta, un movimento della società civile ha fatto sì che una struttura commissariale abbia dato una risposta a una domanda venuta dalla gente. Certo, adesso bisognerà capire come questo impegno si realizzerà: ma abbiamo una data – febbraio – e questo finalmente ci rassicura”.
Per Vincenzo Falabella, è “un risultato importante, frutto della sinergia tra le due federazioni delle associazioni per la disabilità: Fish e Fand. Il 3 dicembre scorso, quando ancora il vaccino sembrava lontano, Fish ha evidenziato a Conte, nel documento consegnato durante l’incontro a Palazzo Chigi, la necessità di riconoscere la priorità nella vaccinazione per le persone con disabilità, non solo quelle ricoverate in Rsa ma tutte. Il 7 dicembre abbiamo scritto a Speranza e Conte, il 9 dicembre abbiamo risollecitato: un interlocuzione e un confronto costante, per far sì che nelle cosiddette ‘categorie’ rientrassero anche le persone con disabilità, le loro famiglie, gli assistenti personali e tutto il bacino di utenti che ruotano intorno alla disabilità. Oggi possiamo dire di aver ottenuto questo risultato, grazie a questo percorso di condivisione tra le associazioni, che ha rafforzato il movimento, con una ricaduta concreta sulla vita delle persone con disabilità”.
La richiesta di riconoscere alle persone con disabilità una priorità nell’accesso al vaccino anti-covid – lo ricordiamo – era stata avanzata da associazioni e famiglie e tradotta in interrogazione parlamentare dalla deputata di Italia Vita Lisa Noja: “È una dichiarazione che ci fa piacere, dal momento che, come gruppo di Italia Viva, abbiamo molto insistito proprio su questo, presentando anche un’interrogazione parlamentare – commenta – Ora attendiamo una risposta a quell’interrogazione da parte del Ministero della Salute, per avere conferma definitiva di questa importante novità e anche per avere indicazioni più specifiche sui criteri di individuazione della platea di persone con disabilità che verranno vaccinate, le tempistiche con cui ciò avverrà e, soprattutto, su cosa si intenda per ‘accompagnatori’. I cittadini e le cittadine con disabilità hanno diritto ad avere risposte molto chiare e definite perché per loro la vaccinazione rappresenta la possibilità di uscire da una situazione di vera e propria segregazione esistenziale in cui vivono da mesi”.
di Chiara Ludovisi
Fonte: Redattore Sociale
09/01/2021