Alunni disabili, progetto per le attività all’aperto

Alunni disabili, progetto per le attività all’aperto

pubblicato in: NOTIZIE | 0

SCAFA. La municipalità di Scafa, capofila della zona di gestione che comprende sette Comuni della media Val Pescara della zona di gestione “Area pedemontana Valle dell’Orta”, dell’ambito sociale Ecad 17, affronta il problema delle attività e prestazioni individuali domiciliari di assistenza ai disabili. L’obiettivo è dare una risposta alle famiglie che maggiormente hanno risentito della chiusura scolastica, e giornalmente si spendono per alleviare i disagi dei figli con diverse forme di abilità.

«Da parte della scuola», spiega l’assessore ai Servizi sociali Fabio Di Venanzio, «c’è stato un grande lavoro con la didattica a distanza, ma noi ora pensiamo a nuove iniziative a partire da maggio e proseguire per tutta l’estate. Vogliamo consentire ai bambini, che usufruivano dell’assistenza scolastica, di prendere contatto di nuovo con il mondo esterno e familiarizzare con le abilità sociali e di comunicazione, fondamentali per il loro sviluppo e la loro integrazione».
Per proporre una rimodulazione dei servizi erogati finora, l’altro ieri si è svolta nella sala consiliare di Turrivalignani, un incontro con i sindaci e dirigenti scolastici degli istituti comprensivi di Scafa, San Valentino, Torre de’ Passeri, Manoppello e Popoli. L’iniziativa è stata coordinata dal presidente della zona di gestione sociale, nonché sindaco di Scafa, Maurizio Giancola, insieme al sindaco di Turrivalignani Gianni Placido, in coordinamento con Massimiliano Esposito dell’Ecad 17.
Sono state poste le basi per valutare le condizioni necessarie per realizzare il progetto anche alla luce dell’ultimo decreto del presidente del consiglio. «L’obiettivo è la costituzione di Centri civici e sociali», riprende Di Venanzio, «possibilmente in edifici scolastici dotati di giardino o di struttura all’aperto, per iniziare a fare attività con progetti individualizzati per i bambini disabili, e per permettere loro di uscire di casa stando in luoghi sicuri e controllati, con la possibilità di svolgere attività concordate con il progetto o altre attività. Insomma un luogo adatto a fornire al minore disabile, da tempo costretto in casa, uno spazio alternativo con la possibilità di muoversi ed esprimersi liberamente».
Questa soluzione può costituire un’alternativa all’assistenza educativa a domicilio, e che vede coinvolte anche le famiglie in ambienti che devono consentire, per dimensioni e caratteristiche, le giuste forme di distanziamento sociale senza però causare isolamento sociale. Una proposta ritenuta di grande importanza e sensibilità, che parte con buon anticipo rispetto allo scenario della fase 2, sulla quale nei prossimi giorni ci si dovrà concentrare per renderla operativa, e che se ritenuta valida sarà estesa anche ai Comuni che fanno capo a Manoppello.
Fonte: ilcentro.it
30/04/2020