Fermo da oltre un mese, il nuovo Nomenclatore Tariffario attende l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni. L’OMAR (Osservatorio Malattie Rare) e Cittadinanzattiva sono sulla stessa linea d’onda: va approvato prima possibile! E mentre dall’Osservatorio Malattie Rare si sottolinea che «a fare le spese di questo ritardo sono i pazienti», da Cittadinanzattiva arriva l’accorato appello ad approvare «con urgenza il Decreto tariffe per rendere esigibili i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza»
Come abbiamo già avuto modo di riferire, lo schema di Decreto MEF-Salute (Ministero dell’Economia e delle Finanze – Ministero della Salute) che aggiorna le tariffe per l’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica è stato trasmesso alle Regioni perché ne prendano visione e lo approvino in sede di Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di un testo fondamentale per rendere attuativo il Decreto del Presidente del Consiglio del 12 gennaio 2017 che, a suo tempo, aveva ridefinito e aggiornato i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
Ebbene, da quando è stato tramesso alle Regioni, quello schema di Decreto ha riscosso diverse critiche. Alcuni Enti di area sanitaria, ad esempio, in una nota congiunta (se ne legga anche sulle nostre pagine), hanno espresso grande preoccupazione per le pesanti ricadute sulla qualità e quantità dei servizi garantiti alla popolazione, se la nuova disciplina del Nomenclatore Tariffario non verrà modificata. Da fonti interne alla Regione Lombardia, inoltre, risulta che anche le Regioni temano che i tagli, essendo trasversali, possano avere conseguenze serie per l’offerta quantitativa e, soprattutto, qualitativa delle prestazioni sanitarie. E infine, esprimono ulteriori critiche anche le rappresentanze delle persone anziane, e in particolare Roberto Messina, presidente nazionale di Senior Italia FederAnziani, che parla di «demolizione della sanità pubblica e universale».
In questo scenario prendono la parola, tramnite due distinti comunicati, l’OMAR (Osservatorio Malattie Rare) e Cittadinanzattiva.
Da parte sua l’Osservatorio denuncia che l’approvazione del Decreto è attesa dal 2017, quando vennero definiti i nuovi LEA, e stando al loro Decreto istitutivo, il Decreto Attuativo avrebbe dovuto essere prodotto entro il 28 febbraio 2018, ovvero in occasione della Giornata delle Malattie Rare di ben quattro anni fa. «In attesa dei Decreti Attuativi – spiegano dall’OMAR – si sono create evidenti disparità tra Regioni, in ragione delle differenti condizioni economiche: alcune di esse, ad esempio (Lombardia, Valle D’Aosta, Veneto, Emilia Romagna e Toscana), hanno già reso esecutivi, con propri provvedimenti e investimenti, i cosiddetti “extra LEA”, prestazioni inserite nell’aggiornamento del 2017 che non erano presenti in precedenza, con l’obiettivo di consentire le prescrizioni necessarie da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta ed al fine di agevolare gli assistiti affetti da condizioni croniche».
Ancora l’OMAR ricostruisce l’iter procedurale: «Dopo un lungo lavoro delle due Commissioni LEA che nel tempo si sono succedute – composte da rappresentanti del Ministero della Salute, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, della Conferenza delle Regioni e Province Autonome e dell’AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – è stata preparata una bozza di Decreto, la cui approvazione garantirebbe in un solo colpo l’aggiornamento delle tariffe della specialistica ambulatoriale e del comparto protesico e quindi l’erogazione di nuove e lungamente attese prestazioni. Una bozza che è dunque il frutto di un lavoro lungamente condiviso tra Istituzioni centrali e locali, visto che è originato dalle proposte formulate nel corso degli ultimi dieci anni dalle Regioni, dalle Società Scientifiche e da soggetti ed enti operanti nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Nonostante questo, pur avendo ricevuto il 29 dicembre 2021 dal Ministero della Salute lo schema di Decreto, le Regioni, che devono trovarsi tutte d’accordo, tardano a firmare: è passato infatti più di un mese senza che da esse arrivasse il via libera. Peccato che, nel rispetto di quanto prescritto dal Decreto Legislativo 502/92, senza l’ok da parte delle Regioni il Ministero non può procedere».
Nota pertanto Francesco Macchia, vicepresidente dell’OMAR, che «alla fine a fare le spese di questo lungo ritardo sono i pazienti per almeno due motivi: non ottengono i Livelli Essenziali di Assistenza ai quali avrebbero diritto e non possono nemmeno chiedere ulteriori passi in avanti, per i quali ormai ci sarebbero tutte le condizioni, una condizione di stallo, dunque, davvero inaccettabile».
Tale situazione ha come conseguenza che l’accesso alle prestazioni più aggiornate sulla base del progresso medico e tecnologico, contenute nel nuovo Nomenclatore della specialistica ambulatoriale, avvenga in modo disomogeneo, e che non sarà possibile fare ulteriori passi avanti fino a quando lo stesso nuovo Nomenclatore non sarà approvato e operativo.
Tra i provvedimenti bloccati da questa situazione di stallo vi sono «il Decreto di aggiornamento del panel dello screening neonatale, fermo al 2016, l’inserimento nella lista di patologie esenti di malattie rare e croniche precedentemente non incluse e anche il riconoscimento al diritto alla PMA [Procreazione Medicalmente Assistita, N.d.R.] per alcune persone affette da patologie genetiche trasmissibili».
Anche da Cittadinanzattiva, come detto, arriva un invito ad approvare con urgenza il Decreto in questione. «Non siamo più disposti ad attendere – dichiara infatti Anna Lisa Mandorino, segretaria generale dell’Organizzazione –. Ora che la pandemia allenta la sua morsa, dobbiamo con urgenza passare ad un “piano di emergenza” per la Sanità ordinaria, a cominciare dall’approvazione in tempi rapidi dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. E per fare questo, occorre che la Conferenza Stato Regioni sblocchi il Decreto Tariffe, fermo sul tavolo da qualche settimana. Non farlo significa assumersi una responsabilità politica e morale enorme, poiché vuol dire disconoscere l’insegnamento della pandemia rispetto alla centralità di un Servizio Sanitario capace di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini e continuare a tenere “sospesa” la Sanità Pubblica finora focalizzata sulla lotta al Covid».
«Da anni – sottolineano ancora da Cittadinanzattiva – i cittadini italiani, le persone malate, i malati rari aspettano l’aggiornamento dei LEA, aspettano di ottenere cioè quelle prestazioni riconosciute essenziali per garantire la salute stessa degli individui e la salute collettiva. Già nel 2017 i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza sono stati definiti; nel frattempo, grazie ai progressi continui della scienza, altri ne sono stati individuati, e si potrebbero aggiungere, a beneficio di tanti cittadini malati, ma anche a vantaggio della prevenzione e della promozione della salute di ogni cittadino. E dunque ora che il Decreto Tariffe è arrivato all’intesa presso la Conferenza Stato-Regioni ci aspettiamo che tutto si definisca in tempi rapidissimi, visto che dalla sua approvazione dipendono a catena i provvedimenti che renderebbero i LEA finalmente disponibili. Sarebbe inspiegabile rallentare un provvedimento che deve essere assunto con rapidità, urgenza e necessità. Sbloccando il Decreto Tariffe, infatti, entrano in vigore anche il Nomenclatore della specialistica ambulatoriale e quello dell’assistenza protesica».
Per impedire che si perda ancora tempo, Cittadinanzattiva ha già avviato una mobilitazione a tutti i livelli e con tutte le Associazioni dei malati cronici e rari che aderiscono al CnAMC (Coordinamento Nazionale Associazioni Malati Cronici e Rari). «La definizione dei LEA – conclude Mandorino – rappresenta al momento la modalità più stringente per diminuire le disuguaglianze, visto che essi fissano i livelli di salute che tutte le Regioni devono assicurare. Monitorarne l’applicazione nella propria Regione costituisce per i cittadini una possibilità concreta per valutare l’esigibilità del proprio diritto alla salute e anche in questa direzione ci attiveremo affinché, in qualunque parte del Paese si risieda, si abbia piena consapevolezza di quali sono le prestazioni a cui si ha diritto gratuitamente poiché da esse dipende la salute dell’intera comunità nazionale».
Fonte: Superando.it
19/02/2022