ROMA. “Negli Stati Uniti, in Texas, hanno portato avanti degli studi dimostrando che, per avere riscontri positivi sulla terapia dei bambini, non è valido il concetto di intensità o di quantità, ma di qualità. È questo che fa cambiare e fa evolvere i bambini, quindi non è giusto dire che servono 30 o 40 ore di terapia a settimana. Certo, se io bombardo una persona per fare una cosa, quella cosa la farà ma saprà fare solo quella”. A dichiararlo è Federico Bianchi di Castelbianco, direttore dell’Istituto di Orto-fonologia (IdO), che apre una riflessione sui disturbi dello spettro autistico in vista del convegno che ce lebrerà i 50 anni di attività dell’IdO. Il compleanno sarà festeggiato a Roma dal 22 al 25 ottobre. In programma 4 giorni di eventi e 8 convegni, di cui uno centrato solo su “L’autismo nell’infanzia, proposte d’intervento”.
“I bambini devono crescere, evolvere, cambiare, maturare, devono poter sbagliare, correggersi e quindi elaborare. Tutto ciò che è basato sull’addestramento- prosegue lo psicoterapeuta- non consente nessun tipo di elaborazione. E ora finalmente in America dicono esattamente il contrario. Speriamo- sottolinea Castelbianco- che così come sono stati ascoltati quelli che puntavano sulla quantità, in un modo per noi estremamente discutibile, adesso vengano ascoltati quelli che puntano sulla qualità della terapia”.
Tra i relatori del convegno sull’autismo, il 25 ottobre alle 9, spicca il nome di Filippo Muratori, professore di Neuropsichiatria infantile presso l’Università di Pisa e direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria dello Sviluppo del Dipartimento di Neuroscienze dell’età evolutiva dell’IRCCS Stella Maris. Il professore ricorda che, parlando di autismi, ” non esiste il trattamento unico. Molte sono le tecniche sviluppate e molti i modelli di trattamento”. Muratori propone, quindi, di pensare all’autismo come se si dovesse costruire una casa: “Se abbiamo bisogno di fare l’impianto idraulico chiamiamo l’idraulico- continua il neuropsichiatra- se abbiamo bisogno di fare l’impianto elettrico cerchiamo lo specialista di quel settore. Si dovrebbe fare la stessa cosa con i bambini con autismo- conclude il medico- porsi degli obiettivi e usare le strategie adatte al tipo di problema messo a fuoco in quel momento, per rifuggire assolutamente da chi dice di aver tro vato la via per il trattamento”.
Fonte: politicamentecorretto.com
11/06/2020