Battiato, “La cura” è la canzone dei caregiver. “Me la sento cucita sotto la pelle”

Battiato, “La cura” è la canzone dei caregiver. “Me la sento cucita sotto la pelle”

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Un ricordo collettivo del cantautore, attraverso le voci di 10 genitori e figli che “si prendono cura”. Angela: “Pensava a noi quando l’ha scritta?”. Elena: “Ma chi si prende cura di noi?”. Antonio: “Il caregiver supera correnti gravitazionali”. Sara: “Aver cura è percorrere assieme le vie che portano all’essenza”.

ROMA – “È una canzone che mi sento cucita sotto la pelle. Pensava a noi quando l’ha scritta? Solo una sensibilità straordinaria come la sua poteva mettere in parole l’amore, che è sempre ‘cura’ dell’altro”: così Angela Iacomino, mamma di Raffaele, un ragazzo autistico di 21 anni, ricorda oggi il “maestro” che se ne è appena andato. “La cura” è la canzone che tanti caregiver sentono vibrare dentro di sé, nelle ore dedicate a rispondere ai bisogni di un figlio o di un genitore fragile, che vogliono rendere forte di fronte alle “correnti gravitazionali”. Redattore Sociale ha voluto comporre un ricordo collettivo di Franco Battiato, attraverso le voci di 10 caregiver che così leggono e sentono quella canzone che parla anche di loro.

Antonio Demarcus, studente universitario e caregiver di sua mamma: “Diventare e poi essere caregiver familiare è un percorso di vita, che supera ‘correnti gravitazionali’: in Italia milioni di persone ogni giorno mettono a disposizione la loro esistenza per far si che un familiare possa vivere qualche momento in più di serenità. Spesso per farlo è necessario proprio superare quelle correnti”.

Sara Bonanno, mamma e caregiver a tempo pieno di Simone: “’Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare’.  Aver cura di una persona che non potrà invecchiare significa essere capace di restare al suo fianco, insieme, fino alla fine. Forse è solo questo il senso della cura: proteggere, salvare, guarire… Magari fosse sempre possibile! Per Simone non lo è. Lui non è destinato ad invecchiare. Quindi aver cura di lui significa restargli accanto, ‘percorrere assieme le vie che portano all’essenza’: insieme, io e Simone”.

Anna Rossini, infermiera professionale e caregiver di Mattia: “La canzone ‘La cura’ descrive esattamente gli sforzi  che un caregiver famigliare deve quotidianamente mettere in atto per garantire al proprio caro una vita dignitosa, in una realtà che ci vuole perfetti. Ma così non è: a noi, che ci prendiamo cura, il compito di limare queste discrepanze, per alleggerire la vita dei nostri cari”.

Sabina, mamma e caregiver a tempo pieno di Sabin: “Questa canzone, con la dedica ‘Avrò cura di te, perché sei un essere speciale’, va a mio figlio Sabin. ‘La cura’ è la poesia che illustra per tutti noi caregiver quello che non riusciamo esprimere, i sentimenti più profondi, il dolore, l’amore, la forza di continuare e proteggere. Grazie maestro di aver dato voce a tutto questo”.

Stefania Stellino, presidente di Angsa Lazio e mamma caregiver di Nicole e Daniel: “Le parole di Battiato fanno prendere forma all’amore per l’altro, al dedicare la propria vita ad una persona più vulnerabile, proprio come fa un caregiver. E, coincidenza, il verbo dedicare contiene il verbo inglese ‘care’, che è il prendersi cura in tutte le sue sfaccettature. Il nostro poeta ha saputo dipingere un quadro realistico di chi vive la sua vita facendo in modo che quella di un’altra persona possa essere degna di essere chiamata tale. Insomma quello che ogni giorno noi caregiver facciamo ‘per superare le correnti gravitazionali’, circondando i nostri figli, mariti, fratelli di amore puro ed incondizionato”.

Marina, mamma caregiver di Chiara e Arianna: “La Cura canta d’un amore oggettivo, universale, non influenzato da particolarità, pregiudizi, interpretazioni e aspettative, che è conoscenza di sé e del mondo, del quale le mie figlie con autismo Chiara e Arianna sono state e continuano a esser portatrici nella nostra vita assieme. È questa cura, alla quale Battiato ha saputo dare forma con parole sue, che ci tiene unite, strette in un abbraccio, sul ciglio d’un abisso senza fine”.

Irene Gironi Carnevali, mamma di Tommaso: “Mi è tornato in mente tutte le volte in cui nella mia vita ho ripetuto nella mia mente i versi del testo de ‘La cura’. Perché il solo pensiero che sia esistito un uomo in grado di scrivere quelle cose, interpretando pienamente come lui ha saputo fare le necessità e i bisogno affettivi di una persona, mi ha dato molta forza. E ci sono state davvero tante occasioni in cui, davvero, ho ripetuto come un mantra questi versi, che mi hanno aiutato ad andare avanti e ad avere coraggio. E continuerò a farlo, d’ora in poi ancora più profondamente. E lo ringrazio per questo, non lo ringrazierò mai abbastanza”.

Elena Improta, mamma e caregiver di Mario: “Voglio ricordare il maestro con un pensiero, in particolare, sulla cura che noi donne, mamme e caregiver, dovremmo aver da parte di tutti: dei nostri cari, compagni, amiche e amici. Credo che la canzone di Battiato sia soprattutto un inno all’amore assoluto, in particolar modo nei confronti di chi si prende cura, ma troppo spesso non ha la cura per se stesso e non ha cura del mondo. E’ l’invito ad andare oltre lo sguardo di chi dà per scontata la cura nei confronti delle persone con disabilità, dimenticandosi di quanto sia importante dare amore e cura a noi, che ci prendiamo cura”.

Fonte: Superabile.it

22/05/2021