Bimba di 6 anni resta senza scuola, manca l’infermiere. La mamma: «Non si gioca al ribasso»

Bimba di 6 anni resta senza scuola, manca l’infermiere. La mamma: «Non si gioca al ribasso»

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Burocrazia e diritto all’istruzione qualche volta non viaggiano di pari passo e la storia della piccola Silvia, di Martinsicuro (Teramo) lo dimostra. Quest’anno per lei doveva essere speciale, perché ha cominciato la prima elementare. Ma il suo banco per adesso è rimasto vuoto.

Il viaggio per vedere rispettato il diritto all’istruzione e alla salute è cominciato prima dell’apertura delle scuole, quando la madre Sonia Costantini ha richiesto sia una sedia particolare sia la figura di un infermiere per la figlia. Attraverso la pagina social dell’associazione Insieme per Silvia SCN2A, ha avviato una battaglia social affinché la bimba possa andare a scuola.

La sedia speciale è arrivata e la piccola, affetta da encefalopatia epilettica e di sviluppo per mutazione genetica, ha frequentato le lezioni per un breve periodo. Ma dell’infermiere ancora non c’è traccia e per questo è costretta a restare a casa. Per casi come il suo c’è bisogno “di un’assistenza anche di tipo sanitario”, ha spiegato la donna. Un operatore Oss specializzato nell’assistenza di base, non farebbe al caso della bambina: “Parliamo di attività sanitarie nonché un’assistenza avanzata”.

Sonia ha partecipato a due riunioni con l’Asl di Teramo che ha accordato la richiesta tramite “tramite ADI (assistenza domiciliare integrata ndr) servizio che però non intende regolarizzare – si legge in una nota stampa dell’associazione – negando allo stesso tempo la propria competenza e responsabilità ad erogare tale servizio e chiedendomi esplicitamente di sottoscrivere un Piano assistenziale integrato che non rispetta l’attuale normativa ADI e le norme costituzionali. Per legittimare il processo è necessario che venga regolarizzato con atto deliberativo o protocollo dell’Asl, a tutela dell’assistenza che deve essere garantita per l’intero orario e la durata dell’anno scolastico”. 

“Basta giocare con le disabilità”: questo l’appello di mamma Sonia, che chiede l’intervento della Regione Abruzzo per risolvere la trafila burocratica così che Silvia possa tornare in classe. “Il 12 settembre per tutti è cominciata la scuola e in quei tutti oggi non c’è mia figlia”, denuncia la donna.

Su Facebook, Sonia ha ringraziato la scuola e il Comune di Martinsicuro: “Hanno garantito a Silvia tutto ciò che è di loro competenza. Ciò che manca è la componente sanitaria, per questo già prima che cominciasse la scuola mi sono rivolta alla nostra Asl che ha il dovere di coprire questa lacuna ma che ad oggi nega e tenta in tutti i modi di scaricare. Non ho ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’azienda sanitaria. Il risultato, così come per molti altri bambini, è disastroso: studenti con disabilità a casa”.

Interpellata da Il Messaggero, l’Asl ha fatto sapere di avere a cuore la situazione della piccola Silvia e che sta facendo il possibile per garantirle la figura di un infermiere. “Nei prossimi giorni faremo il punto della situazione e con una nota informeremo per i dovuti aggiornamenti”.

Contattata ai nostri microfoni, Costanza Cavaliere, la presidente dell’Associazione nazionale presidi Abruzzo, fa chiarezza sulla vicenda: “Da parte della scuola la figura dell’infermiere è prevista solo nelle strutture convittuali, a meno che l’Asl non dia disposizione per l’inclusione di qualche ragazzo che ne ha bisogno. Fare eccezioni è possibile, ma non sono di prassi. La Asl dà il personale infermieristico in seguito a una specifica progettualità”.

Fonte: abruzzo.cityrumors.it
22/10/2024