Coronavirus, focolaio in un istituto per disabili in provincia di Enna: arriva la Sanità militare

Coronavirus, focolaio in un istituto per disabili in provincia di Enna: arriva la Sanità militare

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ENNA. Prima un commissario, poi una task force della Regione, ora i medici della Sanità militare. Nell’Oasi Maria Santissima di Troina (Enna), un importante istituto di ricerca e cura per disabili mentali, è ormai emergenza e si cerca di affrontarla il più rapidamente possibile. Nell’«Oasi» – una mega struttura con 160 pazienti e 130 tra medici, infermieri e assistenti, in un piccolo paese di novemila abitanti nel parco dei Nebrodi – attualmente ci sono 70 persone contagiate dal coronavirus: 45 sono ospiti in cura, gli altri 25 sono operatori. Il sindaco di Troina, Fabio Venezia, dalla sua abitazione dove è in quarantena per avere incontrato nei giorni scorsi i vertici della struttura, tutti contagiati, chiede di fare presto e vorrebbe che l’istituto e il paese vengano dichiarati «zona rossa».

Oggi sono arrivati, inviati dalla Regione Siciliana, il responsabile del comitato per l’emergenza Covid-19 in Sicilia, Antonio Candela, e il direttore scientifico dell’Istituto neurolesi «Bonino Pulejo» di Messina, Donato Bramante; hanno raggiunto il commissario nominato qualche giorno fa, Giuseppe Murolo. Dalle loro valutazioni dipenderà la decisione di istituire la zona rossa oltre che le azioni per contenere il contagio che improvvisamente ha fatto aumentare a dismisura il numero di casi in provincia di Enna, fino a pochi giorni fa molto contenuto. Domani arriveranno alcue unità della Sanità militare: «D’intesa con il governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci, dopo aver sentito anche il sindaco Venezia – ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini – ho disposto la massima urgenza nell’invio degli aiuti, vista la delicata situazione di fragilità dei pazienti della struttura dell’Irccs di Troina. Le modalità dell’intervento saranno definite con l’autorità sanitaria locale». «Sono in contatto con il personale sanitario dell’Esercito che arriverà domani per una prima valutazione della situazione – ha detto il sindaco Venezia – cui seguirà, nei giorni successivi, quello degli aiuti necessari per poter intervenire prontamente».

Quello di Troina è diventato uno dei focolai più pericolosi registrati in Sicilia, dove già da giorni ci sono tre comuni dichiarati zona rossa: Agira, sempre nell’Ennese, Salemi nel Trapanese e Villafrati nel Palermitano. Case di riposo e strutture sanitarie di Messina, Palermo, Sciacca, hanno registrato pericolosi picchi di contagi. In Sicilia, a oggi pomeriggio, ci sono 1168 positivi, dei quali 500 ricoverati (75 in terapia intensiva) e 668 in isolamento casalingo. Le persone guarite sono 53, 39 quelle decedute. La provincia con più contagiati è Catania, seguita da quelle di Messina e di Palermo. Da giorni il governatore Musumeci chiede alla Protezione civile l’invio di apparecchiature per la terapia intensiva e il materiale sanitario richiesto per rafforzare le strutture ospedaliere Covid individuate nell’isola, affermando che quanto finora arrivato è nullo per quanto riguarda i ventilatori e di poche migliaia di pezzi per quanto riguarda mascherine e camici.

Fonte: La Stampa.it

28/03/2020