Emergenza sanitaria e disabilita’ in Europa: 17 Stati membri chiedono risorse

Emergenza sanitaria e disabilita’ in Europa: 17 Stati membri chiedono risorse

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ROMA. Gli investimenti messi in campo per rispondere all’emergenza coronavirus assicurino finanziamenti per il supporto e i servizi di cura per le persone con disabilità: è quanto chiedono 45 membri del Parlamento europeo, appartenenti a 17 Stati, in una lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea Von der Leyen. Nella lettera si denuncia, in particolare, il fatto che la maggior parte delle organizzazioni si è adattata all’emergenza e alle misure da essa imposte e continua a fornire servizi, ma non può accedere ai finanziamenti necessari, a causa di contratti non flessibili con le autorità e ritardi nei bandi di finan ziamento.
L’invito è quindi, in particolare, a “intraprendere nuove azioni per mobilitare investimenti e risorse essenziali per garantire la continuità delle cure e dei servizi di supporto”. A tale scopo, “gli investimenti in risposta al coronavirus (CRII e CRII +) devono pertanto includere orientamenti specifici per aiutare gli Stati membri a garantire tali risorse, tra cui il Fondo sociale europeo, destinato a sostenere le persone con disabilità e altre esigenze di sostegno”.
“La chiusura di migliaia di servizi di cura e supporto in tutta Europa ha un forte impatto sulle condizioni di vita di milioni di persone con disabilità in Europa, che beneficiano direttamente di tali servizi, ma anche sulle vite delle loro famiglie e dei loro caregiver, così come su quelle di 11 milioni di professionisti che lavorano in questo settore e che rischiano di restare disoccupati – si legge nella lettera – La ragione principale di chiusura di questi servizi – spesso gestiti da organizzazioni non profit – è la mancanza di finanziamenti da parte delle autorità pubbliche, compresi quelli derivanti dal Fondo sociale europeo. A causa della pandemia, molti servizi si sono rapidamente adattati per garantire assistenza e supporto nelle attuali circostanze e regole (distanza sociale, ecc.) – riferiscono i firmatari – Il fatto che questo adattamento non fosse previsto nei loro contratti pre-crisi con le autorità (e le autorità non offrono flessibilità) sta causando incertezza e mancanza di accesso ai finanziamenti necessari e sta mettendo così a rischio la continuità dei servizi di assistenza”. Di qui, l’appello rivolto alla Commissione Europea, affinché “mobiliti investimenti e risorse essenziali per garantire la continuità delle cure e dei servizi di supporto, in linea con i principi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità”. I firmatari raccomandano inoltre “sforzi mirati per assicurare che sia i professionisti che gli utenti dei servizi abbiano accesso ai dispositivi di protezione individuale, garantendo così la sicurezza degli uni e degli altri”.

Fonte. Redattore Sociale

10/04/2020