L’amministrazione è sotto organico di 263 lavoratori con disabilità: ma gli idonei del concorso per “Istruttore Urp – Redattore pagine web”, riservato a persone con disabilità, non sono mai stati chiamati. Dopo le proteste, si va verso il ricorso per “Mancato rispetto delle assunzioni obbligatorie”.
ROMA. I requisiti li hanno, l’idoneità anche, il posto di lavoro – in teoria – è lì che li aspetta: eppure, circa 160 candidati disabili, riconosciuti idonei al concorso per Istruttore amministrativo di Roma Capitale, restano ancora a casa. Questo, sebbene Roma Capitale sia sotto organico di ben 263 unità per quanto riguarda gli obblighi assunzionali. A denunciarlo, è il “Comitato Idonei Disabili”, che rappresenta centinaia di idonei disabili vincitori del concorso del Comune di Roma relativo alla figura professionale di Istruttore Urp e Redattore Pagine Web. E che sta preparando il ricorso contro Roma Capitale, per mancato rispetto delle assunzioni obbligatorie di disabili.
“Una storia che ha dell’incredibile – spiega il comitato in una nota – Disabili dimenticati, costretti a fare ricorso contro il Comune di Roma per vedere riconosciuto un diritto sacrosanto, il lavoro, dopo che hanno superato un concorso pubblico da ormai cinque anni. Le istituzioni sono state interpellate tutte – commenta la portavoce del comitato dei disabili, Silvia Agostinetto – ma le nostre istanze, anche per arginare la grave situazione di sotto organico sono state ignorate, proprio da chi quotidianamente si occupa di politiche di inclusione. Lo abbiamo ribadito a tutti, siamo scesi anche in piazza a manifestare – sottolinea la portavoce –: Roma Capitale è sotto organico di 263 unità totali per persone disabili. Ma abbiamo ottenuto solo un silenzio assordante”. Per questo, a fine dicembre, il comitato si è rivolto all’avvocato Fernando Gallone, che sta curando il deposito del ricorso innanzi al Tribunale di Roma.
Quello dell’amministrazione è un caso emblematico, ma non certo isolato, visto che l’Italia, nonostante abbia una delle migliori legislazioni in materia di tutela dei disabili, di fatto è il Paese europeo nel quale i cittadini disabili hanno minori chance di accedere al mondo del lavoro. “La verità è che l’elusione è altissima – commenta il comitato – anche perché le sanzioni, seppur esistenti, non vengono mai applicate. Proprio in questi mesi la Commissione Europea sta avviando una nuova procedura di infrazione contro l’Italia per mancato raggiungimento degli obiettivi della Direttiva 2000/78/CE in materia di pari opportunità nell’accesso al lavoro”.
E a commettere infrazione non sono soltanto le aziende private, ma anche le amministrazioni pubbliche: come Roma Capitale appunto, che “da parecchi anni presenta scoperture nelle quote di assunzioni di disabili”, riferisce il comitato. E non esistono giustificazioni di sorta, né spending review che tenga: “Le assunzioni dei disabili, nella quota d’obbligo sono del tutto sottratte alla discrezionalità dell’amministrazione – spiega l’avvocato Gallone – non incontrano il limite del blocco del turn over, poiché sono espressamente esonerate dalla legge e non possono neppure essere impedite nel caso l’ente locale sfori il cosiddetto patto di stabilità. In altre parole, Roma Capitale non poteva in alcun modo sottrarsi a queste assunzioni, eppure da anni lo fa. Aggiungiamo, infine – prosegue Gallone – che i nostri assistiti sono tutti idonei in graduatoria di una procedura concorsuale del 2012 per Istruttori Categoria C. Secondo il CCNL 31/3/1999 applicabile ai dipendenti di Roma Capitale, i dipendenti appartenenti alla Categoria professionale C possono svolgere tutte le mansioni ascrivibili a tale specifica categoria, in quanto trattasi di mansioni professionalmente equivalenti, quindi possono svolgere la mansione di Istruttore Amministrativo. Ebbene, Roma Capitale ha una carenza d’organico di 1532 Istruttori amministrativi: eppure, ci sarebbero circa 160 idonei nella graduatoria riservata ai disabili dei nostri ricorrenti che potrebbero benissimo svolgere la mansione di Istruttore Amministrativo. E allora perché Roma Capitale, nonostante l’obbligo di legge non li assume? Non è dato saperlo…”. Secondo l’avvocato e i ricorrenti, dunque, “il comportamento di Roma Capitale integra gli estremi della discriminazione indiretta, secondo la nozione comunitaria, poiché impedisce di fatto ai disabili l’accesso al mondo del lavoro”.
Fonte: Redattore Sociale.it
09/02/2018