L’appello delle famiglie ANFFAS: “I caregiver non possono più aspettare!”
Oggi, 22 luglio, è il termine ultimo per poter presentare emendamenti al DDL1461, il Disegno di Legge sui caregiver familiari, attualmente in discussione in Parlamento.
Sul testo, che dovrebbe dare finalmente un riconoscimento e un supporto ai caregiver familiari, ovvero tutte le persone che si occupano di un familiare disabile e non autosufficiente, c’è grande attesa: nella giornata di oggi, per ribadire l’urgenza della questione, è anche prevista una manifestazione dei caregiver a Montecitorio, organizzata dal gruppo Caregiver Familiari Comma 255.
Dal mondo della disabilità numerosi sono stati i commenti, al testo in discussione, come pure le proposte di correttivi, come quelle presentate da FISH e FAND ancora a marzo scorso.
Anche Anffas ha depositato presso la 11^ Commissione del Senato un testo emendativo che chiede di mettere in atto una serie diversificata di soluzioni che vada dall’accesso ai servizi di sollievo dedicati ai caregiver, al riconoscimento economico e previdenziale soprattutto delle mamme che hanno dovuto, loro malgrado, abbandonare il lavoro per dedicare la loro vita ai propri cari con gravi disabilità, alla previsione ancora di sistemi assicurativi volti a garantire sia il caregiver che la persona con disabilità ed alla costruzione e sostegno di risorse informali che i territori possono attivare e promuovere, anche grazie all’attivo coinvolgimento degli enti del terzo settore e delle reti di volontariato.
Sintetizzando, la proposta emendativa al DDL presentata dall’ANFFAS si può riassumere in questi punti generali:
– il ribadire che il caregiver familiare non sostituisce gli interventi, le prestazioni ed i servizi di cui può essere beneficiaria la persona assistita, ma li integra e li valorizza nell’ottica di una proficua collaborazione tra i diversi soggetti, a vario titolo coinvolti;
– il contribuire a costruire un contesto inclusivo e solidale, dove al centro ci sia sempre la persona, perseguendone la migliore qualità di vita possibile nel rispetto del proprio progetto individuale di vita;
– il chiarire cheil mettersi a disposizione per l’attività di cura da parte del caregiver deve rappresentare una scelta volontaria per concorrere, all’interno di una serie integrata di servizi, al percorso di vita della persona di cui si prende cura e carico e con l’assenso di quest’ultima;
– la necessità di intervenire verso quei caregiver, in generedonne, che hanno svolto, nella loro vita, attività di cura soprattutto in un percorso di lunga assistenza, ma senza alcun concreto riconoscimento e supporto;
– il riconoscere il lavoro di cura prestato, garantendo anche una specifica tutela pensionistica previdenziale;
– il prevedere la possibilità di optare, in alternativa, per la corresponsione di un’indennità economica;
– il prevedere la tutela della salute e dell’equilibrio psico-fisico del caregiver, garantendo la possibilità di avere propri spazi, proprie necessità ed una propria vita.
Così ANFFAS, che conta al suo interno 14.000 famiglie associate: Si deve prendere atto che non si può più attendere ulteriormente per avere una legge sui caregiver familiari, visto che anche durante l’attuale pandemia le famiglie delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e non autosufficienti sono state lasciate da sole ad affrontare un carico spesso molto al di là delle loro stesse forze. Ciò a causa della totale mancanza di una adeguata rete di servizi e sostegni.
Fonte: disabili.com