Pescarese racconta i disagi a Gardaland: «Il bambino ha una patologia cardiaca, ho chiesto un posto all’ombra, mi hanno risposto di arrivare al mattino presto»
PESCARA. Parco dei divertimenti (quasi) vietato per un bambino disabile di due anni: quel bambino può entrare come tutti gli altri ma nessuno gli assicura nemmeno uno spazio all’ombra. Però, secondo il servizio clienti di Gardaland, una cosa che il bambino di Pescara può fare è questa: arrivare prima degli altri e conquistare un ombrellone con la sua famiglia. A denunciarlo è la mamma: «Trovo assurdo e alquanto deplorevole che una struttura come Gardaland non preveda un trattamento riservato agli ospiti con disabilità». «Solidarietà» dal Comune di Pescara: «Chiederò spiegazioni alla direzione di Gardaland perché la legge prevede che una struttura del genere garantisca servizi e aree riservate ai disabili. E qualcuno», dice l’assessore alle Politiche per la disabilità Nicoletta Di Nisio, «dovrà vergognarsi per la risposta data alla famiglia». «Totale mancanza di empatia, solidarietà e buon senso», afferma Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine Determinate, «è inconcepibile la risposta cinica e fredda dei responsabili di Gardaland». E da Pescara partono mail di protesta per il luna park. Gardaland, contattato dal Centro attraverso l’ufficio stampa, annuncia verifiche in attesa di una presa di posizione ufficiale.
UN POSTO AL SOLE Gardaland è il sogno di ogni bambino: 445mila metri quadrati di attrazioni in provincia di Verona. Nel 2020 del Covid, i visitatori sono stati oltre 1,3 milioni (prima della pandemia gli ingressi hanno sfiorato i tre milioni). «Ho prenotato una permanenza di tre giorni, dal 22 al 24 luglio, perché il mio figlio più grande, sei anni, ha il desiderio di andarci ma, allo stesso tempo, devo tutelare mio figlio più piccolo: ha due anni ed è disabile», racconta la mamma. Il bambino è affetto da cardiomiopatia grave, ritardo psicomotorio ed è portatore di Peg, un tubicino per l’assunzione di cibi e liquidi. Con una mail al servizio clienti, la mamma chiede se nello spazio Legoland, il parco acquatico di Gardaland, è presente «un’area riservata ai disabili o più semplicemente la possibilità di prenotazione di un posto all’ombra».
LA RISPOSTA È NO Ecco la risposta: «La informiamo che purtroppo non è prevista un’area riservata agli ospiti con disabilità, inoltre non è possibile prenotare il posto in anticipo». E il servizio clienti fornisce il suo consiglio e cioè fare presto per trovare un ombrellone libero prima che finiscano tutti: «Le suggeriamo di accedere eventualmente a Legoland all’apertura per garantirsi una posizione comoda e di poter usufruire di un ombrellone». La mamma replica con un’altra mail: «Suggerire una corsa all’ombrellone è altresì poco rispettoso della disabilità a prescindere dal tipo e dalla gravità. Una struttura come la vostra dovrebbe permettere a tutte le famiglie di trascorrere giornate piacevoli e spensierate, non solo per il componente della famiglia con disabilità, quanto per gli altri componenti che vorrebbero trascorrere la giornata in serenità e con le maggiori agevolazioni possibili».
«INCLUSIONE NEGATA» Il Comune si schiera con la famiglia: «Ho preso a cuore la storia di questo bambino non solo per lui ma anche per tutti gli altri nelle sue stesse condizioni che hanno il diritto di andare in un posto del genere e divertirsi», spiega l’assessore Di Nisio, «siamo nel 2022 e parliamo tanto di inclusione, accessibilità e abbattimento di barriere mentre ci troviamo ancora a fare i conti con situazioni simili in cui si nega addirittura una gentilezza».
L’ASSOCIAZIONE «I responsabili di Gardaland non hanno capito il vero valore della vita e della solidarietà», dice Ferrante, «parchicome Gardaland, che già offrono diversi servizi alle persone con disabilità, dovrebbero strutturarsi e organizzarsi in maniera diversa: non è concepibile che non sia prevista la prenotazione per un semplice ombrellone per le famiglie che hanno figli con una gravissima disabilità. Il bambino non potrà usufruire del parco, ma quell’ombrellone gli consentirebbe di stare con la propria famiglia senza dover rischiare un peggioramento delle sue condizioni di salute e alla famiglia di svagarsi e divertirsi insieme considerando che il piccolo ha anche un fratellino. I responsabili di Gardaland potrebbero imparare da questa storia quanto sia importante istituire il servizio di prenotazione».
UN POSTO AL SOLE Gardaland è il sogno di ogni bambino: 445mila metri quadrati di attrazioni in provincia di Verona. Nel 2020 del Covid, i visitatori sono stati oltre 1,3 milioni (prima della pandemia gli ingressi hanno sfiorato i tre milioni). «Ho prenotato una permanenza di tre giorni, dal 22 al 24 luglio, perché il mio figlio più grande, sei anni, ha il desiderio di andarci ma, allo stesso tempo, devo tutelare mio figlio più piccolo: ha due anni ed è disabile», racconta la mamma. Il bambino è affetto da cardiomiopatia grave, ritardo psicomotorio ed è portatore di Peg, un tubicino per l’assunzione di cibi e liquidi. Con una mail al servizio clienti, la mamma chiede se nello spazio Legoland, il parco acquatico di Gardaland, è presente «un’area riservata ai disabili o più semplicemente la possibilità di prenotazione di un posto all’ombra».
LA RISPOSTA È NO Ecco la risposta: «La informiamo che purtroppo non è prevista un’area riservata agli ospiti con disabilità, inoltre non è possibile prenotare il posto in anticipo». E il servizio clienti fornisce il suo consiglio e cioè fare presto per trovare un ombrellone libero prima che finiscano tutti: «Le suggeriamo di accedere eventualmente a Legoland all’apertura per garantirsi una posizione comoda e di poter usufruire di un ombrellone». La mamma replica con un’altra mail: «Suggerire una corsa all’ombrellone è altresì poco rispettoso della disabilità a prescindere dal tipo e dalla gravità. Una struttura come la vostra dovrebbe permettere a tutte le famiglie di trascorrere giornate piacevoli e spensierate, non solo per il componente della famiglia con disabilità, quanto per gli altri componenti che vorrebbero trascorrere la giornata in serenità e con le maggiori agevolazioni possibili».
«INCLUSIONE NEGATA» Il Comune si schiera con la famiglia: «Ho preso a cuore la storia di questo bambino non solo per lui ma anche per tutti gli altri nelle sue stesse condizioni che hanno il diritto di andare in un posto del genere e divertirsi», spiega l’assessore Di Nisio, «siamo nel 2022 e parliamo tanto di inclusione, accessibilità e abbattimento di barriere mentre ci troviamo ancora a fare i conti con situazioni simili in cui si nega addirittura una gentilezza».
L’ASSOCIAZIONE «I responsabili di Gardaland non hanno capito il vero valore della vita e della solidarietà», dice Ferrante, «parchicome Gardaland, che già offrono diversi servizi alle persone con disabilità, dovrebbero strutturarsi e organizzarsi in maniera diversa: non è concepibile che non sia prevista la prenotazione per un semplice ombrellone per le famiglie che hanno figli con una gravissima disabilità. Il bambino non potrà usufruire del parco, ma quell’ombrellone gli consentirebbe di stare con la propria famiglia senza dover rischiare un peggioramento delle sue condizioni di salute e alla famiglia di svagarsi e divertirsi insieme considerando che il piccolo ha anche un fratellino. I responsabili di Gardaland potrebbero imparare da questa storia quanto sia importante istituire il servizio di prenotazione».
Fonte: ilcentro.it
23/07/2022