La FISH boccia il testo: “Continuando a perpetuare lo strumento della delega ai docenti di sostegno del progetto di inclusione scolastica, si sta tradendo alla radice i cinquant’anni di storia dell’inclusione scolastica italiana di cui tanto ci gloriamo”
In questi giorni è tornata al centro del dibattito la scuola, dal momento che il Ministero dell’Istruzione sta approntando una riforma che andrà a modificare numero e reclutamento degli insegnanti nel nostro Paese. Tale riforma, connessa al Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, dovrebbe essere approvata ed entrare in vigore entro il prossimo giugno.
In linea generale la riforma, che è è ancora una bozza e che dovrebbe essere discussa in questi giorni al Consiglio dei Ministri, dovrebbe prevedere dei concorsi annuali per arrivare a 70mila immissioni in ruolo entro il 2024, prevedendo due diversi percorsi:
– uno per i neolaureati che si basa soprattutto sulla formazione iniziale
– uno per i precari con tre anni di servizio.
Da più parti arrivano però perplessità – quando non vere e proprie bocciature – al testo. E’ il caso della FISH, secondo la quale questa riforma potrebbe mettere a rischio l’inclusione deli alunni e studenti con disabilità.
La FISH, rimarcando il bisogno, specialmente per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, di una seria formazione iniziale sulla pedagogia e sulle metodologie didattiche generali e speciali per le alunne e gli alunni con disabilità al fine di evitare la continua delega ai docenti di sostegno dei progetti per il sostegno all’inclusione scolastica, aveva presentato una proposta di legge che era stata recepita dal Sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso.
Ora la Federazione si dice doppiamente indignata: in primis perché il Ministero prima di pubblicare il decreto legge ha audito solo i sindacati, senza convocare l’Osservatorio sull’inclusione scolastica, e poi perché nella bozza del decreto legge si prevede di riservare solo 30 crediti formativi come preparazione obbligatoria per tutti gli attuali docenti, (e non 60) e, senza prevedere alcun accenno a quanto richiesto, dalla FISH, invece, nella proposta di legge che abbiamo presentato alla fine dello scorso anno.
L’allarme della FISH non lascia spazio a interpretazioni. Secondo il suo Presidente, Falabella: “Continuando a perpetuare lo strumento della delega ai docenti di sostegno del progetto di inclusione scolastica, si sta tradendo alla radice i cinquant’anni di storia dell’inclusione scolastica italiana di cui tanto ci gloriamo”.
Appellandosi quindi alla Convenzione ONU che impone alle pubbliche Autorità l’obbligo di sentire le associazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità prima dell’emanazione di atti che le riguardino, la FISH chiede con urgenza l’immediata convocazione dell’Osservatorio ministeriale, mettendo in guardia da una riforma che rischia di minare nei suoi fondamenti l’inclusione scolastica delle alunne e degli alunni con disabilità.
Fonte: Disabili.com
22/04/2022